Elezioni 2023

lunedì 5 Dicembre, 2022

Provinciali, Raffaelli scarica Migazzi: «Non può essere il candidato»

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Il leader di Azione lo aveva proposto per il 2023: «Serve visione»

Mario Raffaelli, leader di Azione in Trentino, è saltato sulla sedia quando ha letto l’intervista a Matteo Migazzi pubblicata ieri su queste pagine. Il nome dell’attuale Ad di Pensplan lo aveva proposto lui al tavolo del centrosinistra, come candidato presidente per le elezioni provinciali del 2023, quando invece lo stesso Migazzi si dice pronto ad ogni proposta: «Arrivasse anche da centrodestra». «Il suo profilo appariva interessante perché sembrava corrispondere alle caratteristiche che ritenevamo e riteniamo necessarie per il candidato alla presidenza del governo provinciale», spiega Raffaelli. Che le elenca: «Nuova generazione, competenza tecnica ma con conoscenza della politica e dei suoi meccanismi, trasversalità rispetto alle diverse forze della coalizione, capacità di dialogo con il Sudtirolo». Migazzi è stato infatti capo di gabinetto del governatore trentino Ugo Rossi e di quello altoatesino Arno Kompatscher, quando quest’ultimo era alla presidenza della Regione nella scorsa legislatura: «Ma Migazzi ha maturato anche un’esperienza politica con il Pd (consigliere in Comunità di Valle, ndr), assistente di un parlamentare Pd di valore come Michele Nicoletti, sia a Roma che a Strasburgo. Migazzi — continua Raffaelli — sembrava davvero rispondere a questi criteri».
Ma l’intervista di ieri al «T» sembra aver svelato una sorta di «incompatibilità valoriale» con il centrosinistra. Non per essere genero del viceministro di Fratelli d’Italia Maurizio Leo, nel cui studio professionale Migazzi lavora, ma per questa «equidistanza» tra destra e sinistra che sembra squalificarlo dalla possibile investitura a candidato presidente: «Dall’intervista emerge un profilo diverso. Non per la parentela con un rappresentante di FdI, che è una polemica ridicola — conferma il leader di Azione — ma perché la politica non è un concorso per titoli e la competenza tecnica deve essere accompagnata da una visione». Raffaelli risponde anche alla tesi di Migazzi per la quale «l’autonomia non è né di destra né di sinistra»: «L’Autonomia non è asettica, ci può essere una visione innovativa o conservatrice, o perfino regressiva. E il Trentino con tutti i suoi problemi non è al punto da richiedere una gestione commissariale». Migazzi si è infatti proposto come «tecnico che valuterebbe ogni proposta arrivasse».
Raffaelli è dispiaciuto: «Resta la stima per le competenza tecnica — afferma — ma non mi pare esistano le condizioni per un ruolo politico come candidato alla presidenza della Provincia». E a questo punto, depennato uno dei nomi, l’unico posto ufficialmente all’attenzione del tavolo del centrosinistra, «resta l’esigenza — ricorda e in qualche modo sollecita Raffaelli — di trovare al più presto un candidato che possa ricoprire tale ruolo».