Clima e ambiente

martedì 27 Giugno, 2023

Per Greta la scuola è finita, la protesta no

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L’attivista per il clima si è diplomata lo scorso 9 giugno in Svezia, ma continuerà a protestare ogni venerdì: «La lotta è appena cominciata», ha annunciato lei stessa
Greta Thunberg con il suo famoso cartello

Èarrivato l’ultimo giorno di scuola anche per Greta Thunberg che si è diplomata il 9 giugno (in Svezia non esiste l’esame di maturità). Cosa succederà adesso al più famoso sciopero scolastico per il clima? Sostanzialmente niente perché Greta ha assicurato di non aver intenzione di smettere con le sue proteste. Lo ha fatto sapere senza lasciare dubbi con un messaggio sui social in cui ha scritto: «Settimana 251 di sciopero per il clima. Oggi mi sono diplomata. Questo è quindi l’ultimo sciopero scolastico per me. (…) Ma noi abbiamo il dovere di parlare. Continuerò a protestare il venerdì, anche se tecnicamente non è uno sciopero scolastico. Semplicemente non abbiamo altra scelta che fare tutto il possibile. La lotta è appena cominciata». E così probabilmente non potremo più vederla con in mano li cartello ormai diventato famosissimo: «Skolstrejk för Klimatet» (sciopero scolastico per il clima), ma il messaggio è chiaro: nessuno si illuda che sia finita. Anche nel giorno del suo diploma la giovane attivista si è presentata davanti al Parlamento svedese, con il suo cartello, esattamente come il 20 agosto 2018 quando, da sola, iniziò la protesta contro il cambiamento climatico: il 9 settembre di quell’anno ci sarebbero state le elezioni in Svezia e lei non sarebbe andata a scuola fino a quel giorno chiedendo così di rispettare le misure per la riduzione del riscaldamento globale. Nessuno avrebbe potuto immaginare cosa sarebbe riuscita a fare quella giovane quindicenne semplicemente stando seduta con un cartello in mano. Nemmeno lei: «Quando ho iniziato a scioperare nel 2018 non mi sarei mai aspettata che avrebbe portato a qualcosa. Dopo aver scioperato ogni giorno per tre settimane, eravamo un piccolo gruppo di bambini che ha deciso di continuare a farlo ogni giorno. E lo abbiamo fatto». Settimana dopo settimana il suo sciopero ha catturato l’attenzione di sempre più ragazze e ragazzi che si sono uniti a lei, prima in Svezia, e poi in 180 Paesi nel mondo fino a diventare milioni riuniti nel movimento studentesco internazionale Fridays for Future. Ma chi è Greta Thunberg? Oggi è un’attivista conosciuta in tutto il mondo ma prima era semplicemente un studentessa svedese con un’attenzione particolare alle questioni climatiche e una gran preoccupazione per il suo futuro e quello di tutta la sua generazione. I suoi genitori, una cantante d’opera e un attore, sono sempre stati attenti alle problematiche del clima e l’hanno sempre sostenuta. Greta è una ragazza intelligente, coraggiosa e determinata. Ha parlato più volte davanti ai più grandi leader mondiali con parole molto dure: «Voi parlate soltanto di proseguire con le stesse cattive idee che ci hanno condotto a questo casino, anche quando l’unica cosa sensata da fare sarebbe tirare il freno di emergenza. Se è impossibile trovare soluzioni all’interno di questo sistema allora dobbiamo cambiare sistema. Voi dite di amare i vostri figli sopra qualsiasi cosa eppure state rubando il loro futuro proprio davanti ai loro stessi occhi. Da oltre 30 anni la scienza è stata chiara, cristallina. Come osate continuare a guardare da un’altra parte? Voi avete finito le scuse e noi stiamo finendo il tempo». Greta non è però forte solo con le parole ma anche per le azioni e la coerenza: è vegana (e ha «costretto» tutta la sua famiglia a diventarlo), si muove solo in treno perché gli aerei inquinano troppo e a New York ci è andata in barca a vela. Negli anni è stata candidata al premio Nobel per la pace e considerata una delle cento persone più influenti al mondo nel 2019; ha ricevuto moltissimi premi, scritto due libri e incontrato numerose star e leader mondiali tra cui il Papa. È diventata lei stessa una leader mondiale d’ispirazione per i giovani, e non solo, di tutto il mondo. E se, come dice lei «c’è ancora molto da fare», è lei stessa la dimostrazione che «nessuno è troppo piccolo per fare la differenza».