La storia
mercoledì 27 Marzo, 2024
di Redazione
Francesco Passerini, 42 anni, è il responsabile della distribuzione del cibo a chi vive in strada per la Comunità di Sant’Egidio, sezione di Trento. Un compito in cui la sua precisione – è ingegnere con l’hobby della lettura e della bicicletta – è molto utile perché vanno coordinate ogni mercoledì una quarantina di persone tra chi prepara il cibo e chi lo distribuisce.
Com’è strutturata la sua associazione? Da quanti anni esiste?
«Siamo operativi a Trento da tre anni. Sant’Egidio è stata fondata nel 1968 a Roma da un gruppo di liceali. Poi si è diffusa in altre città come Genova, Napoli e tante altre. Infine a Trento. È molto attiva anche in Africa».
Da quanto tempo fa volontariato? Come ha iniziato?
«Faccio parte della comunità di Sant’Egidio da poco dopo che è stata aperta a Trento, quindi dal 2021. Ho conosciuto la Comunità di Sant’Egidio a Pavia dove ho lavorato per un periodo. Quando ha aperto qui ho deciso di aderire».
Di cosa si occupa precisamente?
«Sono il responsabile della distribuzione del cibo che facciamo tutti i mercoledì sera. Andiamo a trovare le persone che vivono in strada – ormai molte le conosciamo bene – e diamo loro cibo, principalmente panini, ma anche coperte quando fa freddo. Dopo che si è stabilito un rapporto, cerchiamo di aiutarli come meglio possiamo: cercando loro un lavoro, aiutandoli nella burocrazia visto che certe volte hanno il problema della lingua».
Ci racconta un episodio, una storia, una persona incontrata durante la sua attività di volontariato?
«Beh, è stato molto toccante lo scorso Natale. Abbiamo organizzato una cena per la vigilia invitando tutte le persone che incontriamo e aiutiamo di solito. Ad ognuno un piccolo regalo, ma il regalo vero, per tutti, è stato vivere insieme un momento così significativo».
Cosa le piace, cosa le dà il fatto di impiegare il suo tempo per un’attività del tutto gratuita?
«È veramente grande la soddisfazione di poter aiutare le persone a migliorare le loro condizioni di vita. Non sempre ci si riesce chiaramente, ma ci si prova: noi e loro insieme. Fondamentale, ma non semplice, è trovare loro un lavoro: un ragazzo del Niger per esempio adesso fa l’operaio».
Le vite di tutti sono sempre più frenetiche: come fa a trovare il tempo?
«Bisogna essere organizzati ed essere in tanti per potersi turnare. In tutto siamo quasi una sessantina tra le persone in strada e quelle impegnate a preparare i panini e organizzare il pranzo una volta al mese».
Ha qualche richiesta, qualche suggerimento per aiutare i volontari del suo settore? C’è qualche necessità che ci vuoi segnalare?
«Sì. Chiederei più strutture di accoglienza e tempi più celeri per le procedure di richiesta di asilo».
Pensa che il volontariato le abbia fatto conoscere meglio la città, diventare più consapevole? Ha stretto nuove amicizie?
«Più che nuove amicizie impari a vedere i senzatetto non come una categoria ma come tante persone, ognuna con la sua storia. Ogni vita è importante».
Vuole dare i contatti della sua associazione per chi fosse interessato a farne parte?
«Potete scriverci alla mail santegidiotrento@gmail.com. Il telefono di riferimento invece è il mio: 320-3281166. La nostra sede è in via Belenzani 53. Siamo anche su Instagram: santegidio.trento».
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