L'intervista

giovedì 5 Gennaio, 2023

Riva, Filippo Paoli: «Il pericolo alla guida ora è più la droga che l’alcol. In arrivo i test»

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Il neo comandante della polizia locale dell’Alto Garda e Ledro, Filippo Paoli promette «operatività»

Filippo Paoli, 38 anni, di Tione, è arrivato da Pinzolo a settembre dello scorso anno nel ruolo di funzionario di polizia locale dell’Alto Garda e Ledro, e di fatto è poi subentrato al comandante D’Arcangelo, in pensione da poche settimane. «Mi auspico che si arrivi alla definizione di questo ruolo con un concorso, com’è giusto che sia» commenta Paoli, oggi al comando del Corpo.
In questi mesi è già entrato nelle problematiche del territorio, come ad esempio la viabilità?
«Non del tutto ancora. Vengo però da una zona altamente turistica come Pinzolo; quindi so quali sono i problemi legati a una massiccia presenza di turisti. Il territorio lo conoscevo anche prima, da cittadino, ora lo sto scoprendo anche grazie al supporto dei colleghi».
Come ha vissuto l’avvicendamento con il suo predecessore?
«L’eredità di D’Arcangelo è importante e va valorizzata. Era docente al mio primo corso di formazione e ora essere qui al suo posto mi carica di responsabilità non da poco. Anche perché lo stacco di età è notevole. Io sono tra i più giovani all’interno del comando, al netto dei neoassunti. Non mi ha mai creato problemi, comunque. L’importante è confrontarsi».
Come cambia la polizia locale, con lei?
«Il mio approccio è abbastanza operativo. Cerco di ritagliarmi del tempo per uscire sul territorio oltre a dedicarmi all’attività direzionale. Altrimenti rischio di perdere la connessione con quello che c’è fuori dal mio ufficio. Non voglio stare chiuso “nel castello”».
Esce in pattuglia?
«Sì. Ho già svolto un paio di servizi notturni, che sono quelli che mi danno modo di percepire le dinamiche della notte. La notte, ti permette di capire un territorio molto più che il giorno. Di giorno ci sono i flussi ordinari delle attività lavorative. La notte invece un territorio mostra quello che di giorno non si vede».
E cosa si vede, di notte?
«Vedo ciò che è evidenziato sia dagli amministratori che dai cittadini. Ad esempio, rumori notturni, problemi legati a bar, pub, discoteche. Quindi facciamo controlli amministrativi sulle licenze. E poi c’è l’attività di controllo stradale, la prevenzione degli incidenti».
Che idea si è fatto finora?
«Pensavo che l’Alto Garda fosse un territorio più omogeneo, aggregato. Invece ci sono differenze importanti tra comune e comune. Sarà mio compito intercettarne le problematiche».
In particolare, quali?
«Le isole ecologiche e i rifiuti. Lavoriamo con Apm e con le ditte che si occupano della raccolta. Nei mesi scorsi, ad esempio, numerosi alberghi, bar e ristoranti, facevano una raccolta diversa da quella consentita a Riva e sono stati sanzionati. Per quest’anno ci prepareremo con più controlli e magari una campagna sanzionatoria».
Avete le risorse per occuparvi anche di questo?
«Anche se siamo a pieno organico, per soddisfare tutte le esigenze del territorio dovremmo avere 10 o 15 persone in più. Solo così potremmo presidiare il territorio fino all’una di notte, che secondo me è necessario».
Quali obiettivi ha nel 2023?
«Credo molto nella tecnologia e nell’innovazione. Non per sostituire le persone ma per essere più efficaci negli interventi. La videosorveglianza, ad esempio. Ora è a macchia di leopardo nei diversi Comuni. Vorremmo accentrarla nella nostra rete e avere qui la centrale operativa. L’obiettivo 2023 è quello di visionare tutte le telecamere qui nel nostro comando. E il sistema deve essere blindato in termini di privacy, con magari accordi di co-titolarità delle immagini con carabinieri e polizia di Stato. La videosorveglianza sarà poi affiancata dai varchi di lettura targhe».
Quali problemi, in materia di sicurezza?
«Problemi rilevanti non ce ne sono. Se non qualche aspetto in alcuni rioni di Riva, tant’è che programmiamo attività di pattugliamento continuative. Su Rione Due Giugno, ad esempio, per la presenza di soggetti che…”delinquono” è un termine forse troppo forte…mettono in atto comportamenti che la gente percepisce come fastidiosi o pericolosi. Anche alle scuole diamo priorità. Insieme al Commissariato del Governo e ai Comuni di Riva e Arco abbiamo sottoscritto il protocollo Scuole Sicure, contro spaccio e uso di droghe. Quotidianamente ci sono agenti nei pressi delle scuole, sia in divisa che in borghese».
E sulla strada?
«Abbiamo gli strumenti per rilevare l’uso di stupefacenti, non solo l’etilometro. Vorrei introdurre controlli ad alta rilevanza, con più pattuglie. Abbiamo iniziato con l’etilometro in collaborazione con i carabinieri, ma contiamo di procedere anche in autonomia e sulle droghe».
Come funziona, rispetto all’ormai noto etilometro?
«Sugli stupefacenti, rileviamo la sostanza dalla saliva, ma poi il dato deve essere confermato da un’ulteriore analisi in ospedale. Si tratta di controlli preliminari, ma dà possibilità di accertamenti».
Questo tipo di controlli è piuttosto nuovo, in zona.
«Sì. Si pratica però su larga scala nel bresciano, e nel milanese, dove ci sono molti locali notturni».
E in caso di positività?
«La sanzione è equiparata alla guida in stato d’ebbrezza nell’ipotesi più grave. Ritiro patente, violazione penale, informativa giudiziaria. Sono controlli che si effettuano sempre in caso di incidente. È allora che emergono i casi, se no è difficile riscontrarli. Sono convinto che siano molti di più, in percentuale, i casi di guida sotto l’effetto di stupefacenti che quelli in stato d’ebbrezza. Si vede, i segnali ci sono, però l’etilometro non dà esiti. Abbiamo già gli strumenti giusti, dobbiamo solo iniziare».