la storia

martedì 2 Aprile, 2024

Nouhad e la sua storia d’amore finita per la religione: «Il mio prossimo ragazzo sarà musulmano»

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Nata in Marocco ma da anni in Val di Fassa la trentenne racconta la sua relazione con un ragazzo italiano: «Mi ha chiesto di sposarlo ma non credo fosse pronto a stare con una musulmana»

L’amore è come il «Jenga», un insieme di legnetti che compongono una torre. Tolti i legnetti la torre vacilla barcolla ma rimane in equilibrio su una base sempre ben solida chiamata cultura. Tolto il legnetto sbagliato, la torre crolla. E così può crollare una relazione sentimentale, come quella di Nouhad Laroussi, trentenne di origine marocchina ma da anni in Val di Fassa e il suo ormai ex fidanzato. Lei, nata nella città di Salé, poco distante da Rabat, lui originario del Mezzogiorno ma in Trentino per lavoro. Una relazione che ha vacillato, vittima di incomprensioni culturali che hanno reso tutto più difficile.
Un amore ibrido il suo, Nouhad. Come è nato?
«Ci siamo conosciuti su un sito di incontri durante il lockdown. Io non potevo uscire, quindi inizialmente, ci sentivamo per messaggi. Poi ha iniziato a venire a trovarmi in Val di Fassa, perché per lavoro poteva spostarsi e, appena abbiamo potuto, abbiamo iniziato a frequentaci. È stato un inizio perfetto, mi portava i fiori e avevamo messo in chiaro da subito che entrambi desideravamo avere una famiglia. Io non sono una che ama perdere tempo con i ragazzi, e il mio obiettivo sembrava combaciare con il suo. Inoltre, non aveva problemi con il mio essere musulmana, almeno, a detta sua. Così è iniziata la nostra vie en rose».
La sua famiglia come ha preso la sua scelta di frequentare un ragazzo italiano?
«Inizialmente erano contrari perché non essendo musulmano, a loro non andava bene. Hanno provato a farmi cambiare idea molte volte dicendomi di pensarci, di prendere il mio tempo senza fretta. Il loro timore era ‘se avrete figli, come farai ad insegnare loro la religione’. Era più mia madre che insisteva».
Se fosse stato marocchino, l’opinione sarebbe stata diversa secondo lei?
«Certo. Il semplice fatto di essere musulmano avrebbe cambiato tutto. Lo avrebbero accettato subito senza problemi».
È una famiglia molto religiosa la sua?
«I miei genitori sono praticanti. Anche io sono sempre stata praticante. Fin da piccola ho pregato, non ho mai bevuto né fumato ma non solo per motivi religiosi, perché so che fa male. Anche se uscivo con persone che lo facevano io mi sono sempre tirata indietro. Ho sempre cercato di rispettare la mia religione e la mia famiglia. Però da quando in Trentino ho iniziato a frequentare questo ragazzo italiano, ho dimenticato la mia cultura e religione».
In che senso?
«Uscivo con lui, viaggiavo insieme a lui senza farlo sapere alla mia famiglia. Facevo cose che qui in Italia, per una mia coetanea, è normale fare come per esempio passare le notti insieme. E mi accorgevo che ciò che facevo non andava bene, sentivo un fastidio dentro. Ma avevo paura di essere lasciata, temevo non potesse capire il mio retaggio culturale quindi mi comportavo ‘all’italiana’ ma non ne andavo orgogliosa. Non ero felice di farle. Ero innamorata, lo facevo per stare insieme a lui».
La sua famiglia era a conoscenza di questi viaggi?
«No, facevo tutto di nascosto. Il viaggio, però, era un’eccezione. Potevo partire al massimo per due o tre giorni e comunque mai lontana dal Trentino. La classica vacanza al mare o all’estero per me era impossibile, perché la mia famiglia mi videochiamava e un viaggio al mare di una settimana non si può nascondere…».
Aveva mai affrontato questo discorso con lui?
«Sì. Lui diceva di non aver problemi e che mi avrebbe capita se non avessi voluto più viaggiare con lui o dormirci insieme. Ma credevo che mi avrebbe lasciata se non l’avessi più fatto. Dopo due anni di relazione mi fece la proposta di matrimonio con l’anello di fidanzamento. Io ero felicissima».
E come è andata?
«Ho accettato ed abbiamo anche iniziato a pensare ai preparativi ma prima del matrimonio ho scoperto che mi tradiva con un’altra ragazza, non musulmana».
Perché sottolinea che non era musulmana?
«Perché credo proprio che il fatto che questa persona potesse viaggiare con lui senza problemi, fare cose con lui senza discutere abbia influito. Infatti, scoprii che avevano anche viaggiato insieme per lunghi periodi mentre stavamo insieme».
Perché allora le ha chiesto di sposarla?
«Credo lo abbia fatto perché mi vedeva a disagio. Non potevamo vivere la relazione alla luce del sole».
Cosa le ha lasciato questa esperienza?
«Per me è stata una brutta esperienza. Ho capito che preferisco avere una relazione sentimentale con un musulmano. Non sono più aperta ad avere un fidanzato europeo e cristiano. Ripenso a tutto quello che lui faceva per me, i sacrifici e anche l’idea di sposarmi per non perdermi…La verità è che non era pronto nemmeno lui a sposare una musulmana. Sono certa che il matrimonio sia stato frutto di una specie di imposizione per assecondare la mia cultura e le mie tradizioni musulmane. Non credo fosse pronto ad accettare me come ragazza musulmana».
Ha detto che il suo prossimo fidanzato sarà musulmano, perché?
«Perché avremo gli stessi obiettivi. In Italia è normale per una coppia andare a convivere, avere un’intimità prima del matrimonio. Ci sono, invece, dei principi ben chiari per noi musulmani e non voglio più dover scendere a compromessi. Anche per non mancare di rispetto alla mia famiglia, alla mia religione e a Dio».