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martedì 20 Febbraio, 2024

Navalny, la moglie Yulia attacca il Cremlino: «Alexei ucciso col Novichok. Continuerò io la sua battaglia»

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I familiari dovranno attendere altri 14 giorni per vedere il corpo. Bruxelles e Usa pronte a sanzioni verso Mosca

L’attività politica e le idee di Alexei Navalny saranno portate avanti dalla moglie Yulia. A tre giorni dalla morte dell’oppositore russo, la vedova annuncia di voler continuare la battaglia. «Continuerò il lavoro di Alexei. Voglio vivere in una Russia libera, voglio costruire una Russia libera», ha affermato. L’Occidente è pronto a sostenerla come ha dimostrato invitandola al Consiglio Ue Affari esteri a Bruxelles, dove è intervenuta affermando che «Navalny è stato ucciso al rallentatore sotto gli occhi di tutti», tuttavia, «hanno ucciso l’uomo ma non la sua idea di una Russia pacifica e europea» per questo «continuerò a combattere per quella idea» perché «Putin non è la Russia e la Russia non è Putin e bisogna continuare a sostenere chi tenta di opporsi al regime». A Bruxelles Navalnaya ha incontrato il presidente del Consiglio Michel, la ministra belga Hadja Lahbib, della presidenza del Consiglio Ue, e il ministro Antonio Tajani, che ha espresso la vicinanza del governo e del G7 e che ha definito Navalny «vittima di una persecuzione ingiusta, detenuto in un gulag che ricorda i gulag dell’Unione sovietica».
Laureata in Relazioni economiche internazionali, Yulia conobbe Navalny nell’estate del 1998. Si sposerà due anni più tardi e darà alla luce due figli: Daria (2001) e Zakhar (2008). Nel 2000 aderisce insieme a suo marito al partito socioliberale e filo-occidentale Jabloko. Nel 2010 ne esce dopo l’espulsione del marito a causa di un conflitto con il segretario Grigorij Javlinskij. Ma è nel 2007 che suo marito inizia a guadagnarsi la fama di blogger oppositore tra russi e lei diventa la prima segretaria e assistente di Navalny. Nell’autunno del 2020, quando suo marito è stato ricoverato d’urgenza per sospetto avvelenamento, ha chiesto che Navalny fosse rilasciato in Germania per cure, scrivendo persino a Putin. Da allora è divenuta popolare per il ruolo che ha svolto al suo fianco. Il resto è cronaca. Oggi è ufficialmente la leader dell’opposizione.
Per Yulia sarebbe stato il novichok, un agente nervino, a uccidere Alexei Navalny. Non solo: le autorità russe starebbero nascondendo il corpo del marito per consentire alle ultime tracce del novichok di lasciare l’organismo. Secondo un portavoce del dissidente russo, i familiari di Navalny dovranno aspettare almeno altri 14 giorni prima di vedersi restituire il corpo del loro caro: le autorità russe hanno parlato della necessità di effettuare «test chimici» sul cadavere ma «si tratta di una palese menzogna e di una presa in giro», ha affermato il team di Navalny sui social media.
L’Ue, intanto, si dice pronta a varare nuove sanzioni contro la Russia dopo la morte di Navalny, mentre ha deciso di dedicare alla memoria del dissidente russo il quadro di sanzioni dell’Ue sui diritti umani, «così che il suo nome sarà scritto per sempre sul lavoro che l’Unione europea fa in difesa dei diritti umani», ha spiegato l’Alto rappresentante Josep Borrell. «Gli Stati membri proporranno sicuramente delle sanzioni contro i responsabili, possiamo scendere alla struttura istituzionale del sistema penitenziario in Russia, ma non dimentichiamo che il responsabile ultimo è lo stesso Putin, ma della morte di Navalny», ha affermato il capo della diplomazia europea. Anche gli Stati Uniti stanno «considerando ulteriori sanzioni» contro la Russia, ha fatto sapere il presidente Joe Biden.