salute mentale

mercoledì 5 Novembre, 2025

Disturbi depressivi, ansia e anoressia: in Trentino oltre tremila giovani in cura. Numeri in crescita

di

L’assessore Tonina fornisce i dati sul disagio nella fascia 14-24 anni: «Sedici suicidi dal 2020»

Disturbi alimentari come bulimia e anoressia, disturbi d’ansia, depressione e malessere psicologico. Sono oltre 3.500 i giovani trentini presi in carico dai servizi dell’Azienda sanitaria provinciale, ossia il 5,6% della popolazione con un’età compresa fra i 14 e i 24 anni. I dati sono stati forniti dall’assessore alla salute Mario Tonina nella risposta a un’interrogazione delle consigliere Chiara Maule (Campobase) e Mariachiara Franzoia (Partito Democratico).

«Un allarmante aumento del disagio psicologico sta colpendo le nuove generazioni in Italia — scrivono — Questo fenomeno non è solo una tendenza, ma una vera e propria emergenza silenziosa che sta profondamente influenzando il benessere individuale e la salute della nostra società». Alla luce di questo, le due consigliere hanno chiesto «quali siano i dati aggiornati in possesso dell’amministrazione provinciale», in particolare nella fascia d’età 14-24 anni.

Nella sua risposta, Tonina spiega che «nella quasi totalità dei servizi è stato rilevato un calo dell’utenza nel primo anno Covid (2020), poi un ritorno ai valori pre-pandemici nel 2021 e un progressivo aumento degli accessi negli anni successivi». L’assessore riporta la fotografia 2024 dei servizi territoriali di psichiatria, psicologia, neuropsichiatria infantile, del centro disturbi del comportamento alimentare e del servizio per le dipendenze (Serd). Per quanto riguarda la neuropsichiatria infantile, qui prendiamo in considerazione solo le richieste che riguardano i disturbi ansiosi e quelli depressivi, che lo scorso anno – si precisa nella stessa risposta – sono state rispettivamente 173 e 83. Per il resto, sempre nel 2024, risultano 818 giovani in cura in Psichiatria (di cui 402 nuovi utenti), 2.031 in Psicologia (1.026 nuovi utenti), 235 nel centro disturbi alimentari (81 nuovi utenti) e 195 al Serd (89 nuovi utenti). In totale, sono 3.535 i ragazzi e le ragazze in cura. «Al momento attuale — aggiunge Tonina rispondendo a una precisa richiesta delle consigliere — non è nota la percentuale di studentesse e studenti con disturbi del comportamento alimentare che si rivolgono a i centri specializzati e se esistano delle correlazioni significative con l’ordine di studi frequentato».

Nella loro interrogazione, inoltre, Maule e Franzoia hanno chiesto i numeri relativi a suicidi e tentativi di suicidio nella fascia d’età 15-24 anni. In base ai dati di Istat, Ispat e commissariato del governo, si registrano «5 suicidi nel 2020, 2 nel 2021, 2 nel 2022, 3 nel 2023 e 4 nel 2024». Dunque, si sono verificati 16 suicidi negli ultimi cinque anni. «I dati sui tentati suicidi sono di difficile rilevazione per varie ragioni — spiega Tonina — Le stime più prudenti, condivise in letteratura, riportano che per ogni suicidio riuscito sono stati messi in atto almeno 10 tentati suicidi». Se così fosse, i tentativi di suicidio fra i giovani trentini sarebbero stati 160 dal 2020 al 2024.
Secondo le due consigliere di Pd e Campobase, le cause di questo malessere sono «complesse e interconnesse»: «I giovani di oggi sono sottoposti a un’intensa pressione per ottenere risultati a scuola e conformarsi ad aspettative future spesso irrealistiche. I social media espongono i ragazzi a rischi significativi. Parlando con i ragazzi — aggiungono — emerge una palpabile incertezza del futuro e una generale mancanza di speranza». Infine «l’isolamento sociale, acutizzato dalla pandemia, ha indebolito le tradizionali reti di supporto (famiglia, scuola e amici)». Per questo «è fondamentale che la società riconosca questa emergenza e investa attivamente in politiche e programmi volti a rafforzare il benessere psicologico dei giovani», concludono.
Nei casi di difficoltà temporanea, l’intervento della Provincia è indirizzato verso l’implementazione e il rafforzamento di interventi di supporto psico-educativo in un’ottica preventiva. In questo ambito Tonina cita «il progetto Cope, che attraverso attività di tutoraggio affianca i ragazzi aiutandoli a ritrovare
motivazione nella ripartenza in un momento di blocco evolutivo». Quando il disagio persiste, «si attivano i percorsi specialistici».