l'inchiesta
venerdì 5 Aprile, 2024
di Tommaso di Giannantonio
«Non è stato facile trovare un lavoro. Ho mandato una valanga di curriculum, ma ho ricevuto tanti rifiuti. Partivo sempre con grandi speranze, poi ci rimanevo male, mi demoralizzavo, perché in fondo sapevo che il no dipendeva dal fatto che sono autistico, perché tutte le disabilità vengono troppo spesso considerate solo come qualcosa di negativo». Raccontando la sua storia (il T del 2 aprile), Lorenzo Minacapelli, 28 anni, ha aperto uno squarcio sulle difficoltà che affrontano le persone con disabilità nella ricerca di un lavoro. In Trentino, tra aziende private e pubblica amministrazione, ci sono quasi duemila posti vacanti. Ossia posti di lavoro che per legge spettano a persone con disabilità, ma che non sono coperti con assunzioni, restano scoperti.
A livello nazionale c’è una legge (la numero 68 del 1999) che impone ai datori di lavoro con più di 15 dipendenti di assumere persone: una sola fino a 35 dipendenti, 2 persone fino a 50 dipendenti e l’equivalente del 7% nelle realtà con più di 51 dipendenti. Ma appunto, non sempre l’obbligo viene rispettato. Le ragioni, come spiega il direttore della cooperativa Impronte Filippo Simeoni nell’intervista a fianco, sono diverse: si va dalla scarsa sensibilità dell’azienda (pubblica o privata) a ostacoli di tipo formativo e pratico. La mancata assunzione comporta una sanzione per ogni posto non coperto: 153,20 euro per ogni giorno di «scopertura».
In Trentino, stando ai dati dell’Agenzia del lavoro, la quota di riserva – cioè la quota di posti da riservare per legge a persone con disabilità – ammonta a 5.386 posti di lavoro (460 in più rispetto ai 4.896 nel 2019). Sono distribuiti tra 1.935 aziende private e 120 enti pubblici, in totale 2.055 realtà (312 in più rispetto alle 1.743 nel 2019).
Al 31 dicembre 2023 risultano scoperti 1.908 posti. Di questi 695 sono a carico della Provincia autonoma di Trento, che ad esempio, «in base alle disposizioni normative, può coprire i posti relativi al personale docente solo con personale docente», precisa l’Agenzia del lavoro. Mentre altri 247 posti sono a carico dell’Azienda provinciale per i servizi sanitari (Apss), che fa fatica a trovare personale sanitario. Altri 270 posti sono coperti con l’esonero, una facoltà concessa a quelle aziende che per particolari condizioni dell’attività lavorativa non possono coprire l’intera quota di riserva. Le rimanenti 696 mancate assunzioni sono imputabili a imprese private e altri enti pubblici.
Le persone con disabilità possono iscriversi a una lista di collocamento ad hoc («mirata»). In Trentino, al 31 dicembre 2022, si contano 3.474 iscritti, in crescita rispetto agli anni passati: 2.671 nel 2018, 2.737 nel 2019, 3.178 nel 2020 e 3.285 nel 2021. Delle 3.474 persone in cerca di lavoro, 1.595 hanno disabilità fisiche, 1.257 psichiche, 236 sensoriali e 386 non sono classificate nelle statistiche. Il 41% degli iscritti supera i 56 anni di età, il 27% è nella fascia 46-55 anni, il 21% in quella 30-45 anni e l’11% ha meno di 30 anni.
Una volta avvenuta l’iscrizione, il centro per l’impiego deve valutare le competenze della persona e inserirla nel posto adatto. Nel 2022 i centri per l’impiego del Trentino hanno attivato 2.476 avviamenti al lavoro, 231 in più rispetto ai 2.245 nel 2018. Non sempre, però, le assunzioni sono stabili.
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