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martedì 8 Luglio, 2025

Combattimenti, corse clandestine e uccisioni a bruciapelo: Trento è la quarta città d’Italia per reati a danno di animali

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Secondo il report che analizza lo sfruttamento criminale degli animali, in Italia nel 2024 si sono registrati 14 indagati al giorno. I reati più frequenti sono venatori o contro la fauna selvatica

È stato presentato oggi presso “Europa Experience – David Sassoli” a Roma il Rapporto Zoomafia LAV 2025, un documento, giunto alla sua ventiseiesima edizione, che analizza lo sfruttamento criminale degli animali.

 

Combattimenti tra animali, corse clandestine di cavalli, scommesse clandestine, illegalità nei canili e allevamenti, traffico di cuccioli, contrabbando di fauna, bracconaggio, malaffare degli allevamenti, mafia dei pascoli, macellazione clandestina, bracconaggio ittico, illegalità nella pesca, sofisticazioni di alimenti di origine animale; e ancora, internet, intimidazioni, furti, droga e animali, zoocriminalità minorile, violenza e animali: questi i crimini analizzati anche quest’anno nel Rapporto Zoomafia LAV da Ciro Troiano.

 

I dati raccolti dal Rapporto sono relativi al numero totale dei procedimenti penali sopravvenuti nel 2024, sia noti che a carico di ignoti, e al numero di indagati per reati a danno di animali. Proiettando su scala nazionale i dati delle Procure che hanno risposto, pari al 78% delle Procure italiane, sia ordinarie che minorili, tenendo presenti le dovute variazioni e flessioni, nel 2024 sono stati aperti circa 22 fascicoli, con circa 14 indagati al giorno, per reati a danno di animali. Come sempre, ricordiamo che si tratta di stime basate su un campione e non sul numero totale delle Procure italiane, che non hanno la pretesa di essere esaustive, ma solo indicative, e che il numero dei reati ufficiali rappresenta solo una parte di quelli effettivamente compiuti.

A livello nazionale, si registra un tasso di 13,85 procedimenti e di 8,36 indagati ogni 100.000 abitanti.

Rispetto al 2023, c’è stata una diminuzione del -5,60% dei procedimenti mentre il numero degli indagati è aumentato del +3,75% circa. «La flessione registrata non corrisponde ad una effettiva diminuzione dei crimini contro gli animali, ma indica solo una riduzione delle denunce e dei fatti accertati – spiega Troiano di LAV – mentre l’aumento del numero di indagati mostra che sono in aumento i casi commessi da più persone in concorso, indice di una maggiore diffusione delle forme di maltrattamento organizzato di animali».

 

Il reato più contestato è quello di uccisione di animali, con 2319 procedimenti pari al 33,58% del totale dei procedimenti per crimini contro gli animali registrati con 558 indagati. Come sempre, però, la stragrande maggioranza delle denunce per uccisione di animali è a carico di ignoti, che nel 2024 hanno rappresentato più dell’83%.

Seguono, maltrattamento di animali, pari circa al 33,41% dei procedimenti registrati, con 1506 indagati, che rispetto al 2023 registra un aumento dell’11,13%; abbandono o detenzione di animali in condizioni incompatibili con la loro natura, con 1150 procedimenti, pari al 16,65%, con 875 indagati, che rispetto al 2023 registra un aumento del 20,42%.

Anche per il 2024, la Procura di Brescia si conferma quella con più procedimenti iscritti per reati contro gli animali: 265 con 219 indagati.

Come sempre la maggioranza dei procedimenti riguarda i reati venatori o contro la fauna selvatica: 134 pari al 50,56% del totale, con 152 indagati pari al 69,40% del totale degli indagati.

Questo perché com’è noto la provincia di Brescia rappresenta l’hotspot del bracconaggio più importante d’Italia quindi il numero dei procedimenti per tali reati influisce notevolmente sulla media totale dei reati contro gli animali registrati. Seguono Catania con 178 procedimenti e 148 indagati; Bergamo con 173 procedimenti e 95 indagati; Trento con 170 procedimenti e 99 indagati; Roma con 163 procedimenti e 93 indagati; Milano con 155 procedimenti e 90 indagati.