il lutto

martedì 20 Febbraio, 2024

Addio al «Ciolda», pioniere della ristorazione sul Lago di Caldonazzo: nel 1979 aprì l’omonimo ristorante

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È scomparso a 84 anni l’imprenditore Guido Valcanover: «È stato un punto di riferimento per la comunità»

Se n’è andato un pezzo della storia del turismo lungo le sponde del Lago di Caldonazzo. Guido Valcanover, per tutti «Ciolda», titolare dell’omonimo ristorante-hotel nella frazione perginese di Valcanover, a due passi dal lago, è venuto a mancare domenica sera. Aveva 84 anni. Da dopo il periodo Covid le sue condizioni di salute erano peggiorate. Ma finché ha potuto non ha rinunciato ad accogliere gli ospiti, più che i clienti, nel locale che aveva aperto nel 1979 e che da una ventina d’anni mandavano avanti in prima persona i figli Paolo e Antonella.
Una storia di coraggio e lavoro
Nato nel 1939, Guido Valcanover aveva iniziato lavorando sodo come falegname. Si occupava, in particolare, di tetti in legno, sua specializzazione. Da lì il soprannome «Ciolda», «chiodo», che si è portato appresso anche nella nuova carriera da imprenditore dell’accoglienza e della ristorazione, iniziata a fine anni settanta, dopo che era stato anche in consiglio comunale a Pergine nelle file della Dc. Dal 1964 al 1979 aveva preso in affitto, con la moglie Agnese, il Mezzolago. Nel 1979 comprò quel campo a bordo della ferrovia, a pochi metri dal Lago di Caldonazzo, dove prima fiorivano i papaveri, e vi creò il noto e apprezzato ristorante e hotel la cui fama è arrivata, negli anni, e anche grazie alla successiva gestione dei figli, imprenditorialmente intraprendenti, al di là dei confini di valle e del Trentino. Nel 1990 Guido «Ciolda» perse prematuramente la moglie Agnese, scomparsa a soli 44 anni: lui ne aveva 51.
«Nel 1987 papà realizzò il primo ampliamento» ricorda il figlio Paolo Valcanover. Che prosegue: «Papà aveva uno spiccato senso di accoglienza: faceva sentire i clienti a casa. Cominciò con i pranzi per gli operai e i lavoratori. Poi intuì le potenzialità turistiche del nostro amato lago: ci fu un boom di turisti stranieri. Si sedeva a tavola con i rappresentanti. Amava questo lago, sapeva che poteva essere fonte infinita di soddisfazioni. E poi era un buono: si circondava di amici, li aiutava tutti. Sul fronte della cucina preferiva i piatti della tradizione. Ma ha capito che serviva innovare di continuo».
Un riferimento per la comunità
Stefano Ravelli, direttore dell’Apt Valsugana, lo ricorda così: «È stato un punto di riferimento per tutti: per i residenti, che qui trovavano un punto di riferimento; per i turisti, per i lavoratori, per le industrie che vi facevano le cene aziendali, per i giovani che vi trovavano serate musicali e ballo. Ha persino inventato la proposta fitness, tra le attività estive. Ha avuto intuizione, visione, capacità di impresa: è stato lui a destagionalizzare per primo l’offerta del Lago». Daniela Casagrande, vicesindaca di Pergine, aggiunge: «Guido ha lasciato il segno. Aveva personalità, era sempre molto attivo, impegnato nel qualificare e riqualificare l’attrattività del lago, sensibile alla cura del territorio, dei dettagli. Il suo bar divenne presto un riferimento per i residenti della frazione e dei masi alti». Lo ricorda anche il consigliere comunale dei verdi Giuseppe Facchini, fotografo e «narratore» della vita perginese: «Ciolda è stato una figura storica, importante per la comunità. Se c’è un locale che ha sempre funzionato, questo è il Ciolda. Sono davvero dispiaciuto per questo lutto». La cerimonia funebre domani, alle 14.30 nella Chiesa parrocchiale di Pergine, preceduta dalla recita del rosario. La camera ardente è stata allestita al cimitero cittadino.