l'intervista

venerdì 8 Agosto, 2025

Una vita da corriere: «Pressioni e stress. Consegno 70 pacchi al giorno, se non vai veloce ti spediscono lontano»

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La storia di un lavoratore del commercio online: «Tra i clienti incontriamo molti maleducati»

Ordinare articoli su internet è diventato sempre più facile e intuitivo. Si può fare tutto comodamente da casa. Basta schiacciare un pulsante. In Trentino si stimano circa 2 milioni di pacchi consegnati all’anno, 230 ogni ora (il T di ieri). Ciò che, però, si fa fatica a vedere si nasconde proprio nei meccanismi che scattano dal momento in cui l’ordine viene accettato dalla piattaforma. Nel mondo delle consegne le difficoltà sono molte e spesso non si pensa a tutto ciò che chi lavora in questo settore deve affrontare ogni giorno. «Siamo sempre sotto minaccia di chi organizza i giri», racconta un corriere che lavora in Trentino da diversi anni e che preferisce rimanere anonimo.

 

Quante consegne effettua al giorno?
«In media ne faccio 70-80».

 

Come funziona la consegna?
«Bisogna fare chiarezza: fermata e consegna sono due cose diverse. Quando effettuiamo 70 fermate, ad esempio, significa che scendiamo dal furgone 70 volte. Mentre ogni pacco viene segnato come “consegna”, quindi per 70 fermate ci possono essere 100 o più consegne. Si può fare un esempio con un condominio, dove più persone nello stesso posto possono aver effettuato più ordini».

 

Che orari copre con il turno?
«Il turno va dalle 7.30 alle 17.30. La pausa pranzo a volte si riesce a fare, altre volte no. Di solito il martedì è il giorno più carico, perché la gente ordina il sabato e la domenica».

 

Quando consegnate avete una mappa elettronica che vi segna dove portare i pacchi?
«Ogni corriere ha una zona da coprire. Chi fa la stessa zona da tanti anni non ha bisogno della mappa, ma se viene cambiato il giro o se il corriere ha iniziato a lavorare da poco ci sono delle App specifiche. A volte il percorso viene cambiato per vari motivi».

 

Quali?
«Siamo sempre sotto minaccia di chi organizza i giri, perché se non ci comportiamo bene o se non aumentiamo le consegne, ci cambiano il giro e ci mandano più lontano a lavorare, ad esempio in Val di Fassa: ciò significa che una volta finito di lavorare, dobbiamo percorrere più di un’ora e mezza di strada per tornare in filiale. Si ha paura anche a farsi difendere dai sindacati, perché potrebbe portare a ritorsioni. Io con la mia testimonianza vorrei essere il portavoce di tutti i corrieri».

 

Secondo lei il sistema di consegne è sostenibile?
«Durante le vacanze tanti vanno via e il sistema è sostenibile. Quando però ripartono le scuole il carico aumenta molto di più. A Natale e Capodanno il lavoro si triplica o addirittura si quadruplica. Verso novembre e dicembre ci sono 300-400 consegne al giorno e le aziende mettono dei sostegni, ma sanno che non si può andare al di sotto di un certo numero e quindi cercano di farci fare il più possibile. Meno corrieri ci sono, più le aziende risparmiano».

 

Ci sono delle penali se si ritarda con le consegne?
«Le aziende hanno delle penali. Magari ci fanno una lettera di richiamo o se facciamo danni ce li fanno pagare».

 

Qual è il rapporto con i clienti?
«Incontriamo molti maleducati. A volte le persone che abitano ai piani superiori ci dicono di lasciare giù in strada il pacco, però poi arriva il richiamo a noi se non lo trovano, perché qualcuno lo ha preso. I rischi sono all’ordine del giorno».

 

Com’è l’ambiente lavorativo?
«Tutto tranne che sereno. La gente arriva la mattina già agitata per il carico che può trovarsi durante la giornata. Lo stress è molto alto».

 

I mezzi sono adeguati?
«A volte non sono adeguati agli ambienti in cui operiamo. Le aziende spingono sempre sul mezzo più grande per fare carichi più grandi».

 

Se avesse la possibilità di cambiare qualcosa del suo lavoro, che cosa cambierebbe?
«È tutto da cambiare. La Ztl a Trento è un problema. I corrieri che devono fare il giro nel centro storico dopo le 10 non possono più entrare con alcun tipo di mezzo e, contando che noi usciamo verso le 10.30 dal magazzino, significa che devono fare le consegne a piedi usando il carrello ed è massacrante. Una volta si poteva entrare tutto il giorno, ora hanno limitato molto le fasce orarie. Molti di noi si sono dovuti sottoporre a operazioni per ernie alla schiena. Ci sono stati anche casi di depressione».

 

Quanto guadagna un corriere?
«Con le buste paga fanno i furbi. Ci mettono la tredicesima e la quattordicesima per farci vedere che guadagniamo di più, ma togliendo quelle cose il guadagno è di circa 1400 euro al mese».