Mobilità

domenica 20 Agosto, 2023

Treni lenti, la Trento-Malè era più veloce 50 anni fa rispetto ad oggi

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Nel 1964 la tratta si percorreva in 15 minuti in meno. Negli anni è diminuita la velocità dei treni: «Oggi la ferrovia è un intralcio per le attese ai passi a livello»

Da 10 a 15 minuti in più: invece di migliorare con gli anni, la ferrovia Trento-Malé è oggi più lenta di sessant’anni fa. Nel 1964, quando venne inaugurata, permetteva di raggiungere il capoluogo solandro dalla città di Trento in 80 minuti. Oggi di minuti ce ne vogliono dai 90 ai 95. Negli anni – spiega Mario Forni, già dirigente movimento della ferrovia Trento-Malé – è stata infatti abbassata la velocità di percorrenza. Il motivo sarebbe legato a una questione di sicurezza ma, assicura l’esperto, quel treno sarebbe già idoneo a viaggiare molto più velocemente senza conseguenze negative. Il dato è in realtà solo la punta dell’iceberg: quello dell’inadeguatezza della linea ferroviaria che attraversa le valli del Noce. «Questa ferrovia – afferma Forni – dovrebbe essere l’ossatura della mobilità in queste valli. Oggi invece per la maggior parte della popolazione locale rappresenta solo un intralcio per le attese ai passaggi a livello. Per non parlare dell’impostazione dell’orario, la stessa del 1964, con assenza di treni in tarda serata e nei fine settimana». La situazione della mobilità sostenibile in valle è stata affrontata in una serie di incontri tra Forni e il circolo noneso del Partito democratico, poi sfociati in una serata pubblica tenutasi lo scorso giugno, culminata a sua volta in un documento recapitato direttamente all’Alleanza democratica in vista delle elezioni provinciali del prossimo 22 ottobre. «Il programma ufficiale dell’Alleanza ancora non c’è, ma stiamo lavorando perché i temi della mobilità sostenibile cari alle Valli del Noce siano tra i punti in agenda – afferma la segretaria del circolo Pd noneso Giulia Bergamo –. Sicuramente l’obiettivo primario è che si inizi a valorizzare una ferrovia che, anche per mancanza di lungimiranza, è oggi inadeguata tanto per i turisti quanto per chi queste valli le vive». Le soluzioni, secondo Forni, non solo ci sono, ma in alcuni casi sarebbero anche a costo zero. Come l’introduzione dell’orario cadenzato «universalmente considerato fondamentale per lo sviluppo del trasporto pubblico. Le scuole e le aziende – assicura l’esperto – si adegueranno come avviene già in tantissime altre parti d’Italia e all’estero». Per Forni servirebbe poi una cadenza semioraria nella tratta Mezzolombardo-Trento e oraria nella tratta Trento-Mezzana. Si potrebbero inoltre introdurre treni diretti e semidiretti che evitino le soste nelle stazioni meno frequentate. Parlando invece di investimenti, per l’esperto bisognerebbe introdurre il doppio binario dove facilmente realizzabile, adeguare il parco rotabile, realizzare il Nordus (una sorta di metropolitana suburbana) da Zambana a Mattarello, congiungere Mezzana a Fucine per completare la rete di trasporto nell’alta Val di Sole. E ancora: raddrizzare la linea tra la Rocchetta e Mollaro per evitare i due attraversamenti del Noce «palesemente inutili e costosi» o realizzare una variante in galleria tra Cles polo scolastico e Caldes. «Per noi – conclude Bergamo – il tema è centrale. Auspico che tutti i candidati del territorio si facciano promotori di queste questioni in vista delle elezioni».