Narrazioni

giovedì 3 Novembre, 2022

Tre generazioni di donne per la maglieria sostenibile

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A Vermiglio lavorano la lana proveniente dalla val di Peio. Una storia, come si dice oggi, di resilienza.

È una storia di passione e amore quella che arriva da Vermiglio. Una storia, come si dice oggi, di resilienza. Viola Framba, assieme a nonna Gianna Mariotti e mamma Susanna Mariotti, ha fondato «La lana lunatica», un’azienda «slow fashion» (che tradotto significa «moda lenta») che propone un diverso approccio al consumo e insegna al consumatore ad acquistare abbigliamento creato per durare nel tempo, lavorato in maniera artigianale e realizzato con materiali di qualità ed ecosostenibili. I materiali utilizzati in questa maglieria d’alta quota sono il lino e soprattutto la lana, che vengono lavorati per produrre capi su misura nati dal connubio tra la saggezza di nonna Gianna e mamma Susanna e l’entusiasmo della trentenne Viola.

«Vengo da studi universitari totalmente diversi, ho fatto agraria, ma a lungo andare la passione delle due magliaie che avevo in casa mi ha contagiata – ci racconta Viola –. Ogni giorno è un creare da zero: mettere in ogni maglia fantasia e creatività». E proprio grazie a fantasia e creatività negli scorsi mesi è nato un ulteriore progetto: utilizzare per le proprie creazioni un prodotto a chilometro zero che ormai era ritenuto uno scarto, ovvero la lana delle pecore della vicina Val di Peio. «Di solito utilizzavamo gomitoli di lana di pecore merino acquistati fuori regione, ma onestamente ci sembrava uno spreco non riuscire a valorizzare un patrimonio importante come quello della lana delle pecore autoctone. Abbiamo così coinvolto Elena Ravelli, la titolare dell’azienda agricola “Ai Malgari” di Peio, che ha conservato le tose degli ultimi anni delle sue 80 pecore. Il risultato ci ha sorprese: sia chiaro, non siamo ai livelli di una lana rinomata come la merino, però la lana locale dimostra di saper trasmettere tutto il suo calore. Pizzica? No, direi che stuzzica».

Per ora il lavoro da magliaia non è per Viola un impegno a tempo pieno, ma il potenziale c’è.
«Sono da poco diventata mamma e quindi al momento riusciamo a lavorare quasi solo su ordinazione, ma dalla scorsa estate abbiamo iniziato a frequentare mercatini ed esposizioni di settore e abbiamo notato un crescente interesse – racconta –. Sempre più consumatori scelgono una moda responsabile».

Perché il nome “La lana lunatica”?
«Lunatica perché andiamo a cicli, cicli molto produttivi e cicli in fermo totale. Andiamo a luna, lana e umore», scherza Viola Framba.

Tutto è cominciato negli anni Sessanta con nonna Gianna.
«Lei realizzava maglie su commissione e in stock, il camion passava una volta alla settimana e ritirava tutta la produzione. La passione è stata trasmessa prima a mia mamma, che già a 15 anni era capace di creare maglie, e quindi a me. Un altro millennio, ma ancora all’opera per creare capi unici».