L'incidente

martedì 23 Aprile, 2024

Stefano Lombardi morto a Tenna, aperta un’inchiesta per omicidio stradale

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Accertamenti sullo schianto che ha ucciso l'ex poliziotto

A due giorni dalla tragedia, il pubblico ministero Davide Ognibene ha aperto un’inchiesta per accertare la dinamica dell’incidente in cui è morto Stefano Lombardi, 58enne di Pergine. Lo scontro è avvenuto domenica, sulla statale della Valsugana all’altezza di Tenna: poco prima delle 16.30, la Panda vecchio modello su cui Stefano Lombardi stava viaggiando con la madre si è scontrata frontalmente con un’altra Panda che procedeva verso Levico, guidata da un sessantottenne di Merano. A nulla sono valsi i tentativi di rianimarlo. La madre della vittima e il secondo conducente sono stati invece portati a Trento per ricevere le cure necessarie. Ieri, lunedì 22 aprile, il pubblico ministero ha quindi aperto un fascicolo per omicidio stradale e iscritto l’altro conducente come atto dovuto. Come da prassi, l’uomo è stato sottoposto a tutte le analisi previste per verificare eventuali positività ad alcool o droga. Inoltre, il magistrato ha nominato due esperti che svolgeranno una perizia cinematica, in modo da accertare l’esatta dinamica dell’incidente. Secondo una prima ipotesi, sarebbe stato il conducente meranese a invadere la corsia opposta: tuttavia sarà necessario aspettare il termine delle indagini per averne conferma. Intanto, l’autorità giudiziaria ha dato il nulla osta per la sepoltura. Stefano Lombardi era originario di Pergine, ed era conosciuto soprattutto per aver lavorato come sostituto commissario. Nel corso della sua carriera, si era ritrovato nei settori più diversi della polizia, dalla squadra mobile all’anticrimine. Da ultimo, era tornato all’attività investigativa nel commissariato di Riva del Garda, dove ha lavorato assieme a Salvatore Ascione, vicequestore e amico di gioventù. «Ci siamo conosciuti a Pergine facendo autostop» ricorda Ascione. «Andavamo entrambi a a scuola a Trento, e un giorno abbiamo preso lo stesso passaggio: da lì ci siamo frequentati intensamente. Abbiamo fatto un percorso simile: abbiamo iniziato studiando giurisprudenza, e dopo qualche anno eravamo entrambi in polizia. Stefano era una persona buona che accoglieva tutti. Aveva una grande capacità di essere in sintonia con le persone». Altro ricordo molto sentito è quello di Renzo Ciurletti, cresciuto assieme a Stefano Lombardi nelle case popolari di Pergine. «Quando avevamo circa undici anni, vivevamo entrambi nel ‘Bronx’ di Pergine: le case popolari Gescal», spiega Ciurletti. «La sua dote più grande era la caparbietà. Si è fatto la maturità serale, poi ha finito l’università, senza mollare mai. Una volta a settimana ci trovavamo a prendere un caffè o un birra, perdendoci a parlare di moto, macchine, politica. Era un modo per svagarsi: è una cosa che mi mancherà molto».
Le grandi passioni di Stefano Lombardi erano lo sport, lo sci, i viaggi e le moto. Proprio l’amore per la motocicletta lo legava a Paolo Murara, che oggi ricorda i molti viaggi fatti insieme. «Era un tipo sportivo e intelligente, e la moto è stata la passione che forse ci ha legato più di ogni altra cosa», racconta. «Abbiamo iniziato a uscire con la moto appena ci siamo conosciuti, a diciannove anni. Avevamo in programma di fare un viaggio anche fra un paio di settimane». Ma oltre a tutto questo, il suo amore più grande era quello per la famiglia. «Aveva perso suo padre già molti anni fa per via di un infarto», prosegue Murara. «Da allora è rimasto vicino a sua madre in modo molto stresso: aveva un rapporto protettivo e responsabile. Questo faceva di lui una persona speciale. Era legatissimo a suo fratello Roberto: i suoi nipoti erano praticamente come dei figli».