sentenza definitiva

venerdì 22 Settembre, 2023

Spostò e nascose il corpo dell’operaio agonizzante nel bosco: 4 anni e 5 mesi all’imprenditore

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Vitali Mardari, 28 anni, era ancora vivo quando venne coperto con pezzi di legna dal suo datore per cui lavorava «in nero»

Spostò e nascose fuori dal cantiere il corpo del boscaiolo Vitali Mardari, 28 anni, che stava lavorando per lui «in nero» nei boschi della val delle Moneghe devastati dalla tempesta Vaia, e che era in gravissime condizioni dopo essere stato colpito da una teleferica, incosciente ma con ancora il respiro. Ora per il bellunese Riccardo Sorarù diventa definitiva la condanna a 4 anni e 5 mesi di reclusione, accusato di aver trasportato l’operaio (che poi morirà) vicino al ciglio della strada sottostante, coprendolo con dei pezzi di legna. Chiamò i soccorsi a Sagron Mis solo più tardi, quando non c’era più niente da fare per il boscaiolo di origini moldave e allora finse di aver ritrovato per caso il corpo senza vita, raccontando poi una serie di bugie ai carabinieri. Mentre gli altri due lavoratori «in nero» che lo avevano aiutato si erano dileguati. Una vicenda per la quale l’agordino ora sarà chiamato a pagare il suo conto con la giustizia.
Sentenza confermata
Il 46enne di Rocca Pietore aveva fatto ricorso alla Corte di Cassazione per cercare di ottenere quanto meno uno sconto di pena ma i giudici lo hanno ritenuto inammissibile. È così confermata la condanna inflitta in primo grado (allora il tribunale di Trento non aveva concesso all’imputato neppure un’attenuante) e sentenziata anche in Appello. E quando il pronunciamento degli ermellini diverrà esecutivo, per Sorarù si apriranno le porte del carcere non essendoci alternative all’espiazione della pena.
La famiglia ringrazia i giudici
Quando la sorella della vittima ha saputo della decisione dei giudici di terzo grado si è lasciata andare a un lungo pianto liberatorio. «Giustizia è stata fatta – commenta Ludmila, assistita da Giesse Risarcimento Danni – Un simile comportamento doveva essere punito in modo esemplare, era ciò che auspicavamo e per questo non possiamo che ringraziare i giudici che, per ben tre volte, si sono espressi in tal senso». Una risposta di giustizia che però non attenua il dolore della famiglia, che finora non ha visto un euro di risarcimento, per quanto il tribunale avesse disposto una provvisionale subito esecutiva di 110 mila euro per i parenti, che ora intenteranno causa civile. «Nessuno ci riporterà mai Vitali, che manca nelle nostre vite ogni singolo minuto di qualsiasi giornata, ma sapere che chi lo ha trattato in quel modo – come neppure si farebbe a un povero animale – ora pagherà con il carcere, ci restituisce, quanto meno, il senso di una giustizia finalmente compiuta» conclude la sorella.