Comano Terme

mercoledì 9 Agosto, 2023

Si ferma per la pipì, precipita nel dirupo

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Il 79enne Luigi Seccia è caduto nel vuoto per 50 metri

Erano quasi arrivati. È stata lei a chiedere: «Fermiamoci un attimo, ho bisogno di sgranchire le gambe». Per fortuna c’era una piazzola di sosta a pochi chilometri dall’arrivo. Esattamente a metà strada tra la galleria del Limarò e il Ponte dei Servi. Anche lui ha voluto approfittare della sosta. «Faccio pipì». Sono state le ultime parole che ha detto alla moglie, parole che si sarebbero rivelate involontariamente tragiche. Luigi Seccia, 79 anni appena compiuti, ha perso la vita ieri dopo essere caduto in una scarpata. O meglio, quello che viene definito un vero e proprio canyon, sulla strada che porta alle terme di Comano. L’uomo, imprenditore ora in pensione, residente a Sesto San Giovanni, grosso centro poco lontano da Milano, era diretto a San Lorenzo in Banale, dove aveva prenotato un soggiorno di quindici giorni. Non ci arriverà mai. La caduta nel vuoto, per oltre cinquanta metri, gli è risultata fatale. Cosa sia successo esattamente, nessuno lo sa. La moglie, unica presente al momento dell’incidente, ha raccontato semplicemente di essersi girata e di non averlo più visto. Sarebbe stata questione di un attimo. Che sia scivolato o abbia inciampato su qualcosa difficile dirlo: dettagli irrilevanti anche per chi, ieri, ha dovuto effettuare i rilievi di quanto accaduto, i carabinieri della stazione Lomaso – Ponte Arche, compagnia di Riva del Garda. A recuperare il corpo del 79enne è stato il soccorso alpino, arrivato dopo l’allarme al 112, lanciato alle 15.30.
Non è stata un’impresa facile. La stazione competente per territorio, quella delle Giudicarie esteriori, è intervenuta con l’ausilio dell’elicottero di Trentino Emergenza. Il mezzo ha calato sul posto il tecnico di elisoccorso con l’équipe sanitaria che non ha potuto fare altro che constatare il decesso dell’uomo. Dopo aver ottenuto l’autorizzazione da parte dell’autorità giudiziaria per la rimozione, l’hanno riportato in strada. Per farlo hanno dovuto disboscare parte del bosco e crearsi così una via. L’uomo è stato portato nella camera mortuaria di San Lorenzo in Banale che, per fatalità, era proprio il paese dove era diretto. All’hotel che prende il nome del borgo, lo aspettavano a braccia aperte. «C’eravamo sentiti due giorni fa – spiega il titolare, Sergio Cornella – era entusiasta di tornare da noi.
Aveva prenotato una vacanza di quindici giorni, proprio come l’anno scorso». Il giorno della telefonata, Luigi Seccia compiva gli anni. La trasferta nelle Giudicarie era un regalo. «Sia lui che la moglie – racconta sempre Cornella – erano rimasti molto colpiti dal posto: due persone piacevolissime. Lei è sconvolta, questa sera (ieri, ndr) dormirà qui, domani (oggi) partirà. Verrà il figlio per espletare tutte le pratiche».
Quanto successo ieri nel territorio comunale di Comano Terme ha dei contorni che sembrano assurdi. Ma c’è qualcosa di concreto. A molti il punto dove Seccia è caduto sembra estremamente pericoloso. «Parliamo sempre di sicurezza – conclude Cornella – ma io ho presente quel posto, mette paura. Non c’è una protezione, si è sospesi nel vuoto. Eppure c’è una piazzola dove le auto possono fermarsi. Cosa succede se a fare la sosta è una mamma con un bambino?». Una domanda, a cui forse, a partire da oggi, qualcuno cercherà di dare una risposta.