Lo scontro

giovedì 11 Aprile, 2024

Sgarbi, polemica per il video omofobo. Pd e Arcigay: «Ora basta, via dal museo». Fugatti fa scudo: «Mi dissocio, ma il Mart non c’entra»

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Gli attivisti ne chiedono la rimozione dalla guida dei musei

«Il problema non è la caduta è l’atterraggio», diceva uno dei protagonisti de L’Odio in una scena del film di Mathieu Kassovitz. E gli inciampi di Vittorio Sgarbi si fanno sempre più frequenti, tanto da far chiedere quanto potrà essere fragoroso alla fine lo schianto.
Prima ci sono state le inchieste giornalistiche, legate ad alcune fatture fatte da persone vicine a Sgarbi mentre lui era sottosegretario alla cultura, poi c’è stato il fascicolo, aperto dalla procura di Macerata, sul quadro rubato di Manetti, dopo sono venute le sue dimissioni dall’incarico di governo e ora tocca alla polemica per un video virale in cui il presidente del Mart si lascia andare a frasi omofobe e sessiste.
Il fatto
Il video, diventato in fretta virale sui canali social con centinaia di migliaia di visualizzazioni, è stato girato da un giovane a Riva del Garda, proprio sul pontile della Rocca che ospita il Museo Alto Garda (Mag) di cui Sgarbi è presidente. Nelle immagini si vedono altri due giovani, entrambi minorenni, chiedere a Sgarbi un selfie, lui accetta ma quando si avvicinano chiede, tra il serio e la battuta: «Non siete fin****i vero?». Pronta la risposta dei giovanissimi, all’uscita omofoba: «No no, assolutamente». Sono poi loro a rilanciare, forse cercando l’approvazione del maschio adulto e famoso: «Viva la f**a». E il maschio adulto e famoso, e presidente del Mart, approva e risponde sventolando il pugno destro: «Viva la f**a».
Pd e Arcigay: «Via dal Mart»
Le frasi sessiste e omofobe pronunciate da Sgarbi non potevano passare sottotraccia e man mano che crescevano le visualizzazioni del video montava anche l’indignazione. In una nota congiunta i consiglieri provinciali del Pd hanno detto che «il presidente del Mart si esibisce in un inneggio alle parti intime femminili degno del più scadente lessico da osteria». Frasi pronunciate davanti a dei minori da «un personaggio che dovrebbe essere esempio di cultura e di educazione e che si riduce invece ad essere solo triviale e volgare con degli adolescenti, trasmettendo così un messaggio fuorviante, diseducativo». I consiglieri poi puntano il dito contro la giunta provinciale che «non vede, non sente e non parla, accettando ogni intemperanza, promuovendo così modelli di intolleranza e di razzismo che feriscono l’intera comunità». Sul fatto è intervenuta anche Arcigay del Trentino, in una nota gli attivisti dicono: «Fatichiamo a mettere in parole il disappunto che proviamo dopo aver ascoltato le frasi. È inconcepibile che esternazioni così discriminatorie e odiose siano state pronunciate da chi rappresenta importanti istituzioni culturali della nostra provincia. Espressioni cariche di sessismo e di omofobia». Arcigay si rivolge poi all’assessora Gerosa chiedendo «di sollevare immediatamente Vittorio Sgarbi dagli incarichi che ricopre. Basta omofobia gratuita e sessismo istituzionalizzato, basta indottrinamento omofobo e sessista».
Gerosa: «Esternazioni deprecabili»
E indirettamente Gerosa risponde all’appello di Arcigay. L’assessora provinciale alla cultura ha commentato l’accaduto durante i lavori in Consiglio provinciale. «Tutte le dichiarazioni che vanno a ledere la dignità e la libertà delle persone di vivere la propria vita come si vuole sono deprecabili» ha detto Gerosa molto perplessa da quanto visto nel video, l’assessora però sul tema del rinnovo della nomina non vuole entrare. «Io condanno queste esternazioni, però sulla polemica della nomina non voglio entrare nello specifico. Lì si guarda il merito del lavoro fatto su quella tematica».
Fugatti: «Il Mart non c’entra»
Sulla stessa lunghezza d’onda anche il governatore Fugatti, l’uomo a cui spetta la parola finale sulla nomina di Sgarbi. «Mi dissocio da quello che dice – commenta il presidente della Provincia – Ma non riguarda il suo lavoro di presidente del Mart». Insomma, la linea della giunta sembra essere che finché Sgarbi fa bene il suo lavoro di direzione museale, tema comunque in discussione dati alla mano, può dire e fare quello che gli pare. Forse questa volta il problema è già la caduta, prima ancora dell’atterraggio.