Politica
sabato 5 Novembre, 2022
di Donatello Baldo
Approvato ieri dalla giunta provinciale il pacchetto della manovra finanziaria che ora inizierà il suo iter in commissione bilancio per poi approdare entro l’anno in consiglio provinciale. La previsione per il 2023, e per il biennio successivo, scende sotto la cifra dei 5 miliardi, calando di circa 400 milioni di euro, al netto dell’avanzo di amministrazione che sarà disponibile in primavera. Nel 2022 era stato quasi «record», di 580 milioni, mentre quello che la Provincia si aspetta per il 2023 è di circa 100 milioni.
Risorse «libere», queste ultime, che saranno utilizzate nell’assestamento in estate. «Dobbiamo ragionare di sei mesi in sei mesi – ammette infatti il governatore Maurizio Fugatti – e ora non abbiamo molto spazio di manovra. Molto abbiamo fatto in questi ultimi mesi per contrastare la crisi economica», e quindi i soldi sono già stati spesi quasi tutti. «Questo è un momento particolare che non consente voli pindarici – afferma Fugatti – e questo per la crisi energetica, per l’aumento delle materie prime e dei tassi di interesse. Il Trentino passa infatti dall’aumento del Pil che potremmo definire leggendario del 6,9% del 2021 a una previsione del 3,7%, se va bene e a un uno per cento ,del 2022, per passare nel 2023, sempre secondo le previsioni, a uno o, se va male a uno 0,2. Il sistema economico trentino regge – afferma però convinto il governatore – perché sono questi i messaggi che arrivano dal mondo dell’impresa, da quello turistico e artigianale. C’è preoccupazione – ammette – ma il tema recessione oggi non si pone e le previsioni del Pil potrebbero anche cambiare in positivo».
Fugatti, con l’aiuto del direttore generale della Provincia di Trento Paolo Nicoletti, torna su quelle risorse già spese durante l’anno, per spiegare che la mancata disponibilità sulla previsione del 2023 è dovuta alle scelte adottate per contrastare la crisi delle famiglie. «Il bonus concesso a maggio, quello alle famiglie con figli in corso di erogazione, l’abbattimento delle bollette con i 180 euro forfettari, l’esenzione dell’addizionale Irpef. E ancora gli interventi per le imprese con l’abbattimento degli interessi sui mutui». Si arriva a circa 180 milioni a cui se ne aggiungono altri 150 inseriti a bilancio per l’innalzamento del costo dei materiali per le opere pubbliche: «Oltre 350 milioni di risorse straordinarie».
Corposa, in ogni caso, la parte degli investimenti, arricchita anche e soprattutto da risorse esterne al bilancio della Provincia. Si tratta del miliardo e mezzo per le opere pubbliche da realizzare con i fondi del Pnrr, tra cui la circonvallazione, 640 milioni di altri fondi Ue, 220 milioni per le olimpiadi e altri 120 milioni per altri interventi.
Nel bilancio anche i finanziamenti a debito da un miliardo e 800 milioni, inclusi il finanziamento del nuovo ospedale del Trentino e delle opere comunali. Stanziati anche 55 milioni per ricerca, innovazione e risparmio energetico, 8,5 milioni per l’agricoltura e 165 milioni per le fondazioni, università e Hub, per investimenti di contesto (Trentino sviluppo, Trentino Marketing e Apt locali), commercializzazione dei prodotti trentini e sostengo alle attività economiche in zone di montagna.
L'indagine
di Benedetta Centin
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