Politica
venerdì 25 Novembre, 2022
di Donatello Baldo
Il giorno dopo la denuncia delle associazioni ambientaliste sulle intenzioni della giunta provinciale di costruire un impianto per lo smaltimento di rifiuti, è Onda civica che per prima pone la questione in termini politici, annunciando già da ora una battaglia nelle istituzioni.
«Le soluzioni devono essere diversificate — spiega il consigliere provinciale Filippo Degasperi — mettendo al primo posto la riduzione dei rifiuti. Si scopre invece che in Trentino la produzione è addirittura aumentata. E allora perché la provincia non coinvolge le categorie economiche per intervenire sui molti imballaggi di difficile differenziazione?». Non basterebbe però questo a limitare di molto la produzione di rifiuto che non può più essere conferito nelle discariche e che, se portato a incenerire altrove, costa molti soldi che ricadono poi sulle bollette. «Ma si potrebbe investire come hanno fatto altrove su un impianto per trattare il tessile sanitario, che pesa molto sulla composizione del rifiuto non riciclabile, o su quelli per ripulire il derivato della spazzatura delle strade, che da noi va direttamente in discarica — spiega Degasperi — e si potrebbe aumentare la raccolta differenziata che se in alcune zone è alta in altre è molto bassa, e farla meglio. Si riuscirebbe così a recuperare un 30 per cento di rifiuto riciclabile in più».
Sull’ipotesi dell’impianto in Vallagarina interviene la consigliera comunale di Rovereto Gloria Canestrini: «I cittadini non sono coinvolti e sono anche preoccupati». E sull’ipotesi di un impianto a Trento il consigliere comunale del capoluogo Andrea Maschio ha depositato un’interrogazione.
La tesi secondo la quale «ci sono altre soluzioni» è stata presentata da Marco Ianes, ex consigliere di palazzo Thun ora esponente di Onda civica: «Un totale di 65 mila tonnellate non giustifica un impianto di incenerimento. Ma potrebbe essere utilizzato un impianto biomeccanico. Ce n’è uno a Rovereto che smista 16 tonnellate di rifiuto all’anno, che però è sottoutilizzato e ne potrebbe gestire fino a 50 mila. Perché non approfondire? Perché per forza incenerire?».
L'intervista
di Donatello Baldo
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