il sermone
martedì 24 Dicembre, 2024
Natale e Giubileo, il vescovo Tisi: «Siamo burattini di un sistema che fa i propri interessi»
di Redazione
Il videomessaggio per le festività: «È difficile anche solo immaginare di poter “sperare” sotto il cielo di Gaza o di Kiev, di Aleppo o di Damasco, della Corea e del Sudan»
In occasione della solennità del Natale e in vista dell’apertura del Giubileo, l’arcivescovo Lauro Tisi ha diffuso il consueto video-messaggio augurale: «In questo momento buio e difficile dell’umanità, sulle porte del Giubileo, vi invito alla speranza, che ha il volto bellissimo dell’umanità di Gesù».
Il Giubileo, dunque, «che anche nella nostra Chiesa, così come in ogni Diocesi del mondo — ricorda monsignor Tisi — sarà inaugurato la prossima domenica 29 dicembre, sulla scia dell’apertura delle Porte Sante a Roma da parte di papa Francesco, nella basilica di San Pietro e nel carcere di Rebibbia». L’arcivescovo spiega che «il Giubileo pone al centro la riscoperta della virtù della speranza, e lo fa mentre la guerra sembra minare alla radice il futuro di molti popoli, in ogni angolo del pianeta». E afferma, rivolto ai fedeli e alla cittadinanza: «È difficile anche solo immaginare di poter “sperare” sotto il cielo di Gaza o di Kiev, di Aleppo o di Damasco, della Corea e del Sudan». Ma i conflitti sono ovunque, «con uno spaventoso e scandaloso investimento in armi».
E poi l’arcivescovo guarda a «un’altra lotta, meno palese, quella che abita nella stanchezza delle nostre relazioni familiari o professionali. Là dove i rapporti si fanno competitivi, viene meno la fiducia reciproca, l’altro non è mai alleato ma avversario, di cui diffidare o prevenire le mosse». Una lettura che guarda all’attualità: «Nel contesto sociale cresce la percezione di essere quasi burattini di un sistema politico-economico che talvolta non si adopera per il bene comune ma tende a perseguire l’interesse personale o di parte».
Questo il messaggio augurale, mentre l’omelia di Natala sarà invece pronunciata da monsignor Tisi in cattedrale, nella Messa di domani.
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