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venerdì 21 Novembre, 2025
Mansplaining e bullismo di genere: lo studio dell’ateneo di Trento racconta le micro-aggressioni sul lavoro
di Redazione
Un’indagine dell’Università di Trento su 457 donne mostra come comportamenti apparentemente “banali” possano evolvere in vere e proprie forme di mobbing, minando competenze, carriera e benessere professionale
Il mansplaining, ossia quando un uomo spiega a una donna un argomento di cui lei è già esperta, è solo la punta dell’iceberg delle micro-aggressioni di genere sul lavoro. Lo conferma lo studio “Mansplaining e inciviltà sul posto di lavoro”, condotto dall’Università di Trento su 457 donne di tutta Italia.
Il sondaggio ha rilevato che comportamenti inizialmente sottili, come correzioni banali o mancato riconoscimento delle idee, possono evolvere in bullismo professionale e mobbing, con impatti su carriera, reputazione e salute mentale. Molte donne non riconoscono subito tali azioni come violenza di genere, ma la consapevolezza cresce durante la partecipazione allo studio.
Le partecipanti, di età media 43 anni e provenienti da settori pubblici e privati, hanno risposto a questionari online su temi come inciviltà, messa in discussione delle competenze, sovraccarico di lavoro e conflitto di ruoli. Sono emersi fenomeni come voice non recognition e voice appropriation, cioè la mancata valorizzazione o l’appropriazione delle idee delle donne da parte dei colleghi uomini.
Le ricercatrici evidenziano come strumenti di indagine mirati possano aiutare a prevenire l’escalation di soprusi di genere sul lavoro e promuovere ambienti più inclusivi, dove le competenze femminili siano riconosciute e rispettate.
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