Le elezioni comunali

domenica 21 Maggio, 2023

Lona-Lases resta senza sindaco: affluenza ferma al 31,9%

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Alle urne si sono presentati solo 221 elettori su 692 aventi diritto. Alla guida del Comune, commissariato da due anni, rimarrà Alberto Francini

Lona-Lases rimarrà senza un sindaco democraticamente eletto: nel giorno delle elezioni amministrative, alle urne del piccolo Comune della Val di Cembra finito al centro del primo processo per mafia del Trentino si è recato appena il 31,9% degli aventi diritto. Un dato mai così basso per un Comune che da due anni è senza sindaco. Dopo tre tornate di fila andate deserte per mancanza di liste, questo è il quarto flop.
In totale hanno votato 221 persone su 692 aventi diritto: 102 uomini e 119 donne. La situazione era apparsa fin da subito difficile: alle 17 l’affluenza era ferma al 22,5%. Troppo pochi per superare il quorum e ritenere quindi l’elezione valida.

In lizza c’era un’unica lista, «Insieme per Lona-Lases», guidata dall’ex poliziotto Pasquale Borgomeo. Il candidato sindaco aveva organizzato tre serate di presentazione alla popolazione a cui non si erano mai presentate più di 40 persone. Non solo: dei 10 candidati la popolazione aveva potuto incontrarne solo in sei (sindaco compreso) e uno di questi, Paolo Molinari, era stato pubblicamente sconfessato da Borgomeo per aver dichiarato al nostro giornale che a Lona-Lases «la mafia non c’è».
Visto il flop elettorale, alla guida del Comune rimarrà l’ex questore di Trento (e attuale commissario) Alberto Francini. Considerato inoltre che il 22 ottobre prossimo si terranno le elezioni provinciali, la prossima tornata elettorale utile sarà quella del maggio 2024: tra un anno.

Francini è stato nominato commissario di Lona-Lases lo scorso novembre, al posto di Federico Secchi. Secchi era stato nominato a giugno 2021 dopo le dimissioni, a fine maggio di quell’anno, dell’allora sindaco Manuel Ferrari, eletto appena otto mesi prima, nel settembre 2020. L’amministrazione guidata da Ferrari (dimessosi perché a suo giudizio non vi erano «le condizioni per affrontare con un minimo di sostegno tecnico e serenità le incombenze ordinarie») il 15 ottobre 2020 si era trovata a dover gestire l’impatto dell’operazione Perfido che portò a 19 misure cautelari per associazione mafiosa tra Calabria, Lazio e Trentino. Il processo, ancora in corso, ha già portato alla prima condanna per mafia (confermata anche in appello) della storia trentina.