lo stato di agitazione
giovedì 10 Aprile, 2025
Lavoratori e lavoratrici dell’accoglienza, scatta la mobilitazione. «Poca sicurezza e contratti precari: la Provincia ha smantellato il sistema e pagano gli operatori»
di Redazione
Fp Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs hanno proclamato lo stato di agitazione: d’ora in avanti verranno erogati solo i servizi essenziali, niente lavoro straordinario e supplementare

Le lavoratrici e i lavoratori del sistema dell’accoglienza provinciale, in particolare residenza Fersina, residenza Adige, residenza Brennero, non ce la fanno più. Sono stanchi di subire sulla loro pelle le scelte miopi della Provincia che con un progressivo disinvestimento e smantellamento del sistema di accoglienza dei migranti non solo mette a rischio la tenuta sociale della comunità, cancellando ogni possibilità di integrazione, ma costringe anche gli operatori e le operatrici a lavorare senza i requisiti minimi di sicurezza, in condizioni che mettono a rischio la loro salute e incolumità. Per questa ragione insieme a Fp Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs hanno proclamato lo stato di agitazione: d’ora in avanti verranno erogati solo i servizi essenziali, niente lavoro straordinario e supplementare. Una scelta necessaria per denunciare una condizione lavorativa ormai inaccettabile, in cui violenze e aggressioni sono quotidiane.
«Le politiche che trattano di immigrazione, sia nazionali che locali, sono concentrate nel creare artificiosamente situazioni emergenziali che impediscono di affrontare ragionevolmente il fenomeno migratorio, allontanando le persone richiedenti asilo dai centri abitati e riducendo le risorse necessarie a promuovere percorsi di inclusione efficaci e di lungo periodo – denunciano le tre sigle sindacali -. Questa gestione volutamente miope ci porta oggi a fare i conti con gli effetti negativi annunciati che ha prodotto negli anni, sia per le persone migranti che per coloro che lavorano quotidianamente nei servizi di accoglienza. Non è attraverso la costruzione di muri e luoghi di concentramento che si può gestire il fenomeno migratorio, a maggior ragione quando queste scellerate scelte politiche hanno dei risvolti devastanti anche dal punto di vista occupazionale e in termini di salute e sicurezza delle lavoratrici e dei lavoratori impiegati nei servizi che ancora ci ostiniamo a chiamare di accoglienza».
Perché alla grave situazione emergenziale dell’oggi si aggiunge la totale incertezza sul futuro. I bandi di affidamento delle strutture, oggi gestite dalla cooperativa Kaleidoscopio, sono in scadenza. Per la residenza Adige è stata data disdetta del contratto di locazione, mentre lo stabile della residenza Fersina è in dismissione. «Non è chiaro quale sarà il futuro di queste lavoratrici e di questi lavoratori né dei migranti che arrivano sul nostro territorio. Ad oggi, stando a quanto viene dichiarato anche a mezzo stampa, la Provincia non ha alcuna intenzione di tornare ad un modello di accoglienza diffuso che nella nostra provincia aveva dato dei risultati positivi in termini di inclusione sociale e che è stato soppiantato da un sistema che non considera i bisogni di chi lascia la propria terra in cerca di asilo, protezione, riscatto, ma amplia le disuguaglianze e le disparità, generando sofferenza e mancata integrazione».
In tutto ciò, spiegano i sindacati, permane l’indifferenza delle istituzioni rispetto alle richieste di incontro da tempo inoltrate dalle sigle sindacali, silenzio e mancanza di risposte che non fa che amplificare il senso di abbandono di operatori, operatrici ed ospiti rispetto al prossimo incerto futuro.
Oltre alla protesta le sigle sindacali vogliono dare voce alle lavoratrici e ai lavoratori anche organizzando un momento di confronto aperto con la cittadinanza, per avere l’opportunità di conoscere dalle testimonianze di chi ci lavora ogni giorno, le condizioni del sistema accoglienza. Per questa ragione il prossimo 16 aprile verrà organizzato un aperitivo sindacale alle 18 presso la Bookique, a Trento. “E’ ora di andare oltre una narrazione basata solo sulla contrapposizione per raccontare la realtà”, concludono le tre sigle.
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