Sanità

lunedì 11 Dicembre, 2023

La nuova sala operatoria ibrida del Santa Chiara sarà realtà entro la fine del 2024

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Permetterà di svolgere sia l'attività chirurgica tradizionale sia interventistica a guida radiologica e avrà un costo di 4.9 milioni di euro
Sarà operativa entro la fine del 2024 la nuova sala ibrida a servizio dell’ospedale Santa Chiara di Trento. Domani sarà infatti pubblicato sulla Gazzetta Europea il bando per una procedura aperta per la fornitura con installazione di una struttura prefabbricata chiavi in mano. Si tratta della realizzazione di una sala operatoria ibrida, utilizzando un acronimo inglese HOR Hybrid Operating Room, completa di arredi e tecnologie. Sarà una sala operatoria di dimensioni maggiorate in cui sono presenti apparecchiature radiologiche, che consentono di svolgere sia l’attività chirurgica tradizionale sia interventistica a guida radiologica. L’intervento, che ha un costo complessivo di 4.9 milioni di euro, è interamente finanziato dalla Provincia autonoma di Trento. La nuova sala consentirà un notevole passo avanti dal punto di vista strutturale e tecnologico grazie alle potenzialità messe in campo dai professionisti trentini. Il progetto, pianificato nella precedente legislatura e fortemente sostenuto dal precedente assessore Stefania Segnana, ha visto oggi la presentazione ufficiale alla presenza del presidente della Provincia autonoma di Trento Maurizio Fugatti, dell’assessore alla salute Mario Tonina, del direttore generale di APSS Antonio Ferro e della direttrice del Dipartimento infrastrutture Debora Furlani.
«La nuova sala ibrida – ha sottolineato il presidente Fugatti – trasmette la volontà di continuare a investire sull’ospedale Santa Chiara, pur avendo già programmato la realizzazione del nuovo ospedale. Come abbiamo sempre detto, non si deve interrompere il processo di riqualificazione tecnologica. Vogliamo un ospedale operativo ed efficiente. Ecco perché continuiamo a investire, anche in questo periodo transitorio, che ci porterà ad avere il nuovo polo ospedaliero universitario».
«I drammatici fatti di questi giorni all’ospedale di Tivoli ci dimostrano come sia necessario continuare a presidiare le nostre strutture anche da un punto di vista della sicurezza. Attraverso questa nuova sala ibrida finanziata totalmente con risorse provinciali – ha spiegato l’assessore Tonina – ci impegniamo a fornire una soluzione innovativa per arricchire l’offerta di prestazioni operatorie. In questo modo riusciamo non solo a rispondere alle esigenze del presente ma – dal momento che la struttura potrà essere riutilizzata in futuro nel nuovo polo ospedaliero universitario – anche a garantire una prospettiva di lungo termine».

«Anche questo investimento – ha affermato il direttore generale di Apss Antonio Ferro –  dimostra l’attenzione di Provincia e Apss nel fornire servizi all’avanguardia e nel tenere alta la qualità delle cure dei nostri ospedali. Vogliamo mettere a disposizione le migliori attrezzature e strumentazioni per rendere sempre più attrattiva la sanità provinciale per i cittadini e i professionisti e continueremo a lavorare per rendere l’ospedale Santa Chiara, in attesa che il nuovo ospedale di Trento diventi realtà, un presidio in grado di fornire prestazioni di alta qualità».

La parola è poi passata a Debora Furlani, direttrice del Dipartimento infrastrutture che ha illustrato le caratteristiche tecniche della sala ibrida che si andrà a costruire al Santa Chiara: «Il nuovo spazio operatorio – ha evidenziato Furlani – sarà a servizio di tre specialità di eccellenza del nosocomio trentino: cardiologia, cardiochirurgia e chirurgia vascolare e permetterà di effettuare gli interventi di messa a norma antincendio sul blocco operatorio senza avere la necessità di diminuire l’attuale offerta di prestazioni. Gli elementi progettuali messi in gara prevedono circa 220 metri quadri in una struttura prefabbricata, complanare con il blocco operatorio attuale, in espansione sul lato ovest. Si tratterà appunto di moderni spazi ad alta tecnologia dove la diagnostica angiografica sarà integrata con le attività di sala operatoria. Nel nuovo volume, addossato sul lato di via Gocciadoro, troveranno spazio anche una recovery room da tre posti letto e degli spazi tecnici e di servizio».

Una struttura pensata anche per il Nuovo Polo Ospedaliero Universitario
La formula scelta per velocizzare la procedura è quella di una fornitura complessiva, chiavi in mano, di una struttura prefabbricata completa di arredi e tecnologie, che sfrutta l’esperienza condotta nel periodo del covid, dove installazioni di volumi modulari posizionati vicino agli ospedali, hanno ospitato sale d’attesa reparti di terapia intensiva e spazi vaccinali, migliorando molto il livello di queste tipologie di strutture di rapida realizzazione. Inoltre trattandosi di strutture modulari potranno, nel caso di una rapida entrata in funzione e del Nuovo Polo Ospedaliero Universitario, venire riutilizzate come anche le tecnologie ospitate nella struttura.

I tempi
I fornitori interessati avranno tempo fino a fine gennaio per presentare le loro proposte progettuali e realizzative che poi saranno valutate, da un’apposita commissione, per dar seguito alla fase costruttiva che durerà complessivamente 150 giorni più i tempi necessari per le autorizzazioni. Entro la fine del 2024 la nuova sala ibrida sarà operativa.