ENERGIA

domenica 27 Novembre, 2022

Idroelettrico ai privati, i sindaci dicono «no»

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Presentate 9 richieste di concessioni sul Noce. La decisione finale spetta alla Provincia

I sindaci della Val di Non e della Val di Sole non hanno dubbi: la possibilità di derivare l’acqua a uso idroelettrico sul torrente Noce deve rimanere in mano pubblica. Nessuna concessione può essere rilasciata ai privati. L’hanno ribadito con forza e all’unanimità nel corso di una conferenza dei servizi convocata giovedì dall’Agenzia provinciale per le risorse idriche e l’energia.

Una riunione resasi necessaria da ben nove domande di concessione presentate da quattro privati (Vimax, Lorengo energia, Gadotti fratelli e Studio Tre). Le quattro società a responsabilità limitata (srl) chiedono, singolarmente e in cordata, di poter sfruttare le acque del torrente Noce nei Comuni solandri di Caldes, Cavizzana e Terzolas e in quelli nonesi di Cis e Cles. La competenza sul rilascio delle concessioni è della Provincia, ma ai Comuni spetta il compito di esprimere un parere. Giovedì l’hanno fatto chiaramente, su mandato dei propri Consigli comunali.

Da un lato hanno chiesto di «respingere tutte le domande presentate dai privati». Dall’altro hanno «fornito le indicazioni tecniche per la presentazione di un unico progetto da parte dei Comuni interessati a un utilizzo idroelettrico per finalità pubbliche delle acque del torrente Noce». «Il nostro non è un no totale all’idroelettrico – ci spiega il presidente della Comunità della Val di Sole Lorenzo Cicolini –. Il punto è che la risorsa acqua deve rimanere pubblica: la regia delle centrali idroelettriche, le decisioni su come e dove farle, nonché i benefici economici che ne derivano devono rimanere nelle mani del territorio. Le richieste arrivate dai privati non sono compatibili con la fruizione ambientale e turistica del torrente».

A sollecitare una posizione chiara e decisa da parte delle amministrazioni locali era stato anche il Comitato per la salvaguardia del fiume Noce, nato nel 2007 proprio in seguito alla prima richiesta di concessione da parte di un privato. «Il problema – spiega il portavoce Luca Scaramella – è che le direttive europee sulla libera concorrenza non permettono di favorire il pubblico rispetto a un soggetto privato ed è quindi quantomai necessaria una visione comune da parte delle Valli del Noce». Ora i privati avranno 60 giorni di tempo per ribattere al parere espresso dai Comuni. Come detto, la decisione finale spetta alla Provincia ma Cicolini afferma: «Non voglio neanche concepire che si possa andare avanti contro il nostro parere. Ritengo impensabile che la Provincia possa autorizzare progetti contro il territorio».