L'altra cooperazione

sabato 10 Giugno, 2023

Dipendenti: Sait -27%, Dao +14% e Conad rinnova l’integrativo. La rete dei dettaglianti sorpassa il consorzio: 600 milioni contro 500

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Sait-Coop perde 125 addetti in tre anni. Dao-Conad, premio di oltre 2.000 euro. Cgil Cisl Uil: «Silenzio assordante della politica, erogati 3,2 milioni alle Famiglie coop e niente sui diritti»

Il consorzio Sait ha tagliato negli ultimi tre anni 125 dipendenti, ben più dei magazzinieri passati a Movitrento, pari ad una contrazione del personale del 27%. Gli addetti sono ora 344 contro i 469 di inizio 2020. Dal 2016, quando furono annunciati i 130 licenziamenti poi scesi a 80, i dipendenti sono praticamente dimezzati: da 650 a, appunto, meno di 350. Viceversa, l’altra cooperativa aderente alla Federazione che opera nel commercio, la coop di dettaglianti Dao dei negozi a marchio Conad, ha aumentato negli ultimi tre anni i dipendenti del 14%, passando da 148 a 169. Senza considerare che con le società controllate gli addetti salgono a 639. E in termini di giro d’affari, Dao e i suoi 130 soci, tra cui 9 Famiglie coop, si avvicina a sorpassare Sait e i suoi associati. I ricavi lordi 2022 di Sait sono a 341 milioni, contro i 331 di Dao. Il consolidato del consorzio della cooperazione di consumo e della coop di dettaglianti sono praticamente pari intorno ai 370 milioni. I ricavi complessivi della rete di supermercati Dao-Conad battono quelli di Sait-Coop con 600 milioni di vendite contro 504.
In questo quadro, gli addetti di Dao hanno un contratto integrativo di 174 euro al mese, più di 2.000 euro l’anno, superiore a quello di Sait, dicono i sindacati. L’accordo aziendale è ora in fase di rinnovo. «Anche nel gruppo Poli, che non è cooperativo, gli oltre 1.600 dipendenti hanno un integrativo di 1.500 euro l’anno se raggiungono determinati obiettivi – ricorda la segretaria della Filcams Cgil Paola Bassetti – Il gruppo sta investendo, prima di tutto nella Cittadella di Trento». Gli unici che corrono il rischio di rimanere senza integrativo sono i 1.900 commessi e commesse delle Famiglie coop, tra cui i lavoratori e le lavoratrici delle Famiglie aderenti a Dao.
«Le proteste dei lavoratori sono sempre legittime quando in ballo c’è il rispetto dei loro diritti. Detto ciò il sindacato trentino non si è mai sottratto al confronto, né in passato né sulle specifiche vertenze che riguardano oggi la cooperazione trentina» affermano i segretari generali di Cgil Cisl Uil del Trentino Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Alotti rispondendo al presidente di Federcoop Roberto Simoni e al vicepresidente della Provincia Mario Tonina. «Quello che è inconfutabile – proseguono i sindacati – è il silenzio assordante della politica. Per tutta questa legislatura, e non fa eccezione la vertenza per la disdetta del contratto provinciale delle Famiglie cooperative, la giunta provinciale è stata del tutto latitante, rinunciando ad esercitare un ruolo di facilitatore del dialogo tra le parti sociali». Un ruolo dovuto, nel caso delle coop di consumo, visto il consistente sostegno economico che la giunta ha confermato. «Non si possono mettere sul piatto 3,2 milioni, prometterne ulteriori e non spendere una parola per il rispetto dei diritti delle lavoratrici e dei lavoratori». Secondo Grosselli, Bezzi e Alotti «questa giunta non ha voluto concertare le misure di sostegno alle famiglie contro il carovita e oggi ci troviamo con interventi inefficaci e soldi non spesi».