Il bilancio

mercoledì 17 Maggio, 2023

Sait, vendite in crescita ma cala l’utile. Dalpalù confermato presidente per altri 3 anni

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Il valore della produzione è cresciuto del 6,9%, arrivando a 363,6 milioni. Utile sceso sotto i 2 milioni. Ristorni alle 95 coop socie per 6,25 milioni. Ieri l'assemblea dei soci

«Arriviamo alla fine di un triennio che ha avuto, ogni anno, un tratto di unicità. Pandemia, guerra e inflazione. Oggi ci troviamo nel bel mezzo di una tempesta sociale perfetta». Luca Picciarelli, direttore generale di Sait, non usa edulcoranti per descrivere la situazione in cui opera il consorzio trentino che gestisce i supermercati e fornisce beni e servizi alle Famiglie Cooperative associate e ai loro punti vendita. Ma le crisi che hanno portato a rincari senza precedenti di materie prime, merci ed energia, non hanno impedito alla realtà di via Innsbruck di chiudere un esercizio 2022 buono.
Dai dati emergono vendite al pubblico di 504 milioni di euro lordi, in crescita rispetto all’anno precedente. Il valore della produzione arriva a 363,6 milioni di euro contro i 340 milioni del 2021. Questo grazie all’aumento dei ricavi provenienti da vendite e prestazioni. Anche il patrimonio netto evidenzia una crescita di 3,8 milioni di euro rispetto allo scorso esercizio e raggiunge i 110,6 milioni di euro. L’utile netto si ferma invece a 1,9 milioni, in frenata rispetto ai 2,6 di un anno fa. È stato ridotto dall’aumento dei costi della produzione, in particolare di quelli legati a materie prime e di consumo. Sono questi i principali dati del bilancio approvato ieri dall’assemblea dei soci, di cui fanno parte 95 coop a cui verranno distribuiti 6,25 milioni di ristorni. Meno rispetto al 2021, ma per alcune una boccata d’ossigeno in un periodo di grande difficoltà.
L’utile del consorzio non può leggersi senza tenere presenti gli effetti di queste stangate sulle Famiglie cooperative (Fc) che gestiscono piccoli negozi. «Per non trasferire sulle Fc e sui consumatori tutti i rincari provenienti dagli aumenti della grande industria, abbiamo assorbito parte di questi aumenti. Questo ha inciso sui margini», nota il presidente Renato Dalpalù, che ieri è stato confermato alla guida del consorzio. Anche i rincari energetici hanno un peso sui risultati finali. «Le spese in luce e gas sono passate da 800 mila euro a 2,5 milioni: significa 1,7 milioni extra di energia in un anno», spiegano i vertici di Sait. Rincari a cui si aggiunge anche un costo in più legato alle rimanenze: da 2,6 milioni si è passati a 6,7. Si tratta di merci acquistate e stoccate in magazzino in anticipo dal Consorzio. Una «strategia» per scansare possibili rincari sui prodotti in uno scenario di prezzi estremamente volatili.
L’incremento di fatturato, invece, è dovuto soprattutto a volumi di vendita crescenti. Il venduto ha superati i 504 milioni di euro. «Il dato è in crescita rispetto al 2021, quando era inferiore ai 500 milioni – puntualizza Picciarelli – Questo al netto della fuoriuscita dal consorzio di Fc Vallate Solandre e Fc Königsberg». Il Sait raggruppa 95 coop socie e circa 220 negozi di alto valore sociale. Punti vendita non sempre vantaggiosi in termini di business, ma che fungono da presidio sociale vitale, soprattutto nelle aree periferiche. Guardando alla geografia delle vendite, il 75% del fatturato è maturato in Trentino. Il resto si divide a metà tra Alto Adige, provincia di Belluno (tra Falcade, Alleghe e Agordo, dove è stato fatto un investimento per il rinnovo del punto vendita), e nel bresciano (a luglio è stato aperto un nuovo negozio a Sirmione).
I rincari, si diceva, hanno inciso anche sull’organizzazione del Sait, che ha cercato di fare scorta di alcuni prodotti prima che i prezzi sul mercato cominciassero a salire. I debiti verso fornitori arrivano a 43 milioni proprio sulla scia delle rimanenze di magazzino. «Giocare d’anticipo sugli acquisti ci ha permesso un risparmio del 15-20%», spiega il direttore generale. Non poco, considerando gli aumenti generalizzati dei listini. Un produttore di farina, da un giorno all’altro, ha aumentato del 51% il listino; la pasta resta sullo scaffale rincarata nonostante i costi delle materie prime ora siano scesi. Le consuetudini dei consumatori sono cambiate di conseguenza. «Oggi sono più orientati al risparmio al prodotto a marchio coop, che consente risparmi fino al 30%. Sui prezzi di alcune merci non possiamo non notare un comportamento irresponsabile dell’industria di marca», evidenzia il direttore generale.
Alle coop associate verranno distribuiti 6,25 milioni di ristorni. Un dato in calo rispetto allo scorso anno. «Sono però stati ridotti i costi consortili addebitati ai soci», nota il presidente Dalpalù. A bilancio, poi, risulta in calo il costo del personale. Calo legato al licenziamento, da parte di Sait, di 60 dipendenti la scorsa estate. Le persone licenziate dal consorzio sono passate sotto la cooperativa Movitrento, a cui via Innsbruck ha esternalizzato i lavori nel magazzino (nel bilancio, il costo si è spostato alla voce servizi).
Ieri l’assemblea dei soci era anche un’assemblea elettiva, chiamata a rinnovare un terzo del cda e la presidenza. La convergenza si è trovata, all’unanimità, su Renato Dalpalù. Il presidente riconfermato inizia il quinto mandato. Un corso lineare, il suo, salvo per un’interruzione di un anno e mezzo, che aveva visto subentrargli Roberto Simoni. Per i consiglieri c’erano sei posti per sei candidati. Sono stati eletti Maria Elisa Andreolli, presidente della Fc Monte Baldo, Gianni Mottes, presidente della Fc Brenta Paganella, Giorgio Paternolli, presidente Fc Alta Valsugana, Andrea Oss, presidente della Fc Perginese, David Loss, presidente della Fc Bassa Valsugana, e Vanna Dalla Sega, presidente di Fc Mezzano.