Il retroscena

martedì 5 Agosto, 2025

«Consiglio delle autonomie locali troppo sbilanciato a sinistra». Il centrodestra alla ricerca di un nuovo nome per il post Gianmoena

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C'è malumore nella maggioranza che governa la Provincia: «I comunisti si prendono tutto»

L’irritazione di Franco Ianeselli per lo slittamento dal 6 al 13 agosto dell’elezione degli organismi dirigenti del Consiglio delle autonomie (Cal) — ufficialmente per un’indisposizione del presidente uscente Paride Gianmoena — nascondeva la preoccupazione che in questo lasso di tempo la sua strategia potesse scricchiolare. Il sindaco di Trento ha infatti lavorato per il rinnovamento, con il benservito a Gianmoena a cui succederebbe l’attuale vice e sindaco di Pinzolo Michele Cereghini, che nominerebbe suo braccio destro il sindaco di Lavis Luca Paolazzi. Tutto bene, tutto deciso, anche con l’avvallo di parte della giunta provinciale (leggi Roberto Failoni, ndr), ma appunto i tempi lunghi potrebbero giocare in sfavore a questa soluzione. Sette giorni in più che verrebbero usati fino in fondo per far capire, ai piani alti, anche al presidente della Provincia Fugatti, che questa mossa potrebbe favorire troppo il centrosinistra, che in fin dei conti — fanno presente nel centrodestra — non è che abbia vinto le scorse elezioni amministrative. E se Gianmoena si è rassegnato al fatto che non guiderà più il Cal, c’è chi lavora a un terzo nome per evitare uno scontro istituzionale interno all’assemblea dei sindaci.

 

Sotto la lente il Consorzio
In queste ore c’è chi lancia un singolare allarme: «Si prendono tutto i comunisti». Una banalizzazione, certo, ma per il centrodestra, quelli di centrosinistra sono tutti comunisti. Un allarme, seppur esagerato, che nelle valli sembra stia facendo presa. Anche perché è argomentato: il consiglio di amministrazione del Consorzio dei Comuni, il braccio operativo del Cal, sarebbe infatti composto da sindaci di estrazione di sinistra. Un’osservazione che viene portata anche al governatore, chiedendogli di non sottovalutare le implicazioni politiche».

 

La quota di genere
Il cda del Consorzio è formato, come da prassi, da cinque dei tredici componenti della giunta del Cal. Il suo presidente, il vicepresidente, di norma il sindaco del capoluogo e, in ogni caso, due donne, perché la legge prevede che un terzo dei posti sia assegnato al genere meno rappresentato. Nell’ipotesi che alla presidenza del Cal ci vada Cereghini, e che il suo vice sia Paolazzi, e che tra le donne possa essere scelta la sindaca di Rovereto, di Arco, di Aldeno o di Fai della Paganella — queste le donne nell’Assemblea dei sindaci — i sostenitori dello sbilanciamento a sinistra trovano sostegno alla loro tesi. Perché, se Cereghini non può essere attribuito a l’una o all’altra parte, Paolazzi è iscritto al Pd. E di area Pd Ianeselli. Delle donne, poi, la sindaca di Rovereto Giulia Robol è del Pd, così come di area Pd quella di Aldeno Alida Cramerotti, e non è certo di centrodestra quella di Arco, Arianna Florio. Non attribuibile alle due coalizioni Mariavittoria Mottes, che però difficilmente entrerà in giunta, essendo alla sua prima esperienza. Di fatto, dunque, quattro su cinque dell’ipotetico nuovo cda del Consorzio, sono di centrosinistra. E a molti del centrodestra questo proprio non va giù.

 

Un terzo nome
A Fugatti, e ai maggiorenti del centrodestra, c’è quindi chi pone la questione politica. Al netto di Gianmoena. C’è chi vorrebbe che quest’ultimo potesse almeno avere la vicepresidenza, ma si pensa anche a un terzo nome per la presidenza. Cereghini potrebbe saltare, anche se non è facile perché al di là delle questioni di appartenenza il sindaco di Pinzolo vanta l’esperienza e una trasversale stima, ma a volte si punta in alto per arrivare a una mediazione, che a questo punto potrebbe imporre un passo indietro al vice in pectore del Cal Luca Paolazzi.