La storia
venerdì 1 Agosto, 2025
Aurora Pollini, dal Bonporti alla scuola di danza contemporanea di Amburgo: «Il cento alla maturità e il sogno di diventare una ballerina professionista»»
di Anna Cordellini
La studentessa trentina ha scelto la Germania per la sua formazione: «Ho iniziato per passione, voglio che diventi un mestiere»

Mentre i suoi coetanei solitamente aspettano almeno la maturità per acquisire autonomia dalla famiglia, Aurora Pollini a diciassette anni ha deciso di lasciare casa a tempo indeterminato per inseguire la sua passione per la danza. Ora vive e studia in Germania alla Contemporary Dance School di Amburgo dove, da due anni, si prepara per un futuro da ballerina professionista. «Alcuni momenti lontana da casa sono difficilissimi, ma non ho rimpianti», racconta Aurora. Pur vivendo in Germania, è riuscita a continuare il suo percorso scolastico da privatista e a giugno si è diplomata con 100 al liceo Bonporti di Trento.
Come è nata la tua passione per la danza?
«In realtà da piccola ho iniziato con la ginnastica artistica e poi ho iniziato a ballare come sostegno a questa. Con il Covid e la quarantena mi sono iniziata ad appassionare alla danza, seguivo molto le live di ballerini e coreografi. Quello poi era l’anno in cui dovevo scegliere il liceo e quando ho scoperto che a Trento esisteva un liceo coreutico ho deciso di fare un’audizione. Mi hanno accettata e da lì mi sono lanciata nel mondo della danza senza veramente sapere se mi sarebbe piaciuto o no. Per fortuna è andata bene, mi sono innamorata di quest’arte e ormai faccio solo quello».
Quando hai capito che la tua passione poteva diventare qualcosa di più?
«Già dal primo anno liceo mi sono accorta che la danza mi dava moltissimo e non potevo farne a meno. Da subito mi sono detta che volevo farlo come lavoro, per sempre. Dal secondo anno poi ho iniziato un corso a Padova tutti i weekend e lì mi sono fatta un’idea migliore di come funziona il mondo della danza professionale».
Come hai scelto la scuola che attualmente frequenti?
«Durante il terzo anno di liceo ho fatto audizioni un po’ ovunque in Europa e in Italia. Un giorno sono andata a Roma per un festival della danza e dopo alcune audizioni ho ricevuto proposte da varie scuole. Alla fine ho scelto la Contemporary Dance School of Hamburg perché dopo aver svolto una settimana di prova da loro mi sono trovata molto bene».
Perché hai deciso di lasciare l’Italia?
«Volevo uscire dall’Italia ed andare all’estero perché sentivo il bisogno di avere un cambio di prospettiva e di ambiente. Ho ricevuto proposte anche da accademie milanesi, però mi ha attratto molto lo stile di danza che proponevano in Germania e l’ambiente. È molto diverso da quello italiano che è più rigido, dà molto più indirizzo, la Germania invece l’ho vista molto più libera e aperta. Io amo Trento, è una bellissima città, però nell’ultimo periodo in Italia io la vivevo male, mi sembrava un luogo un po’ chiuso e cercavo qualcosa di più accogliente. Inoltre penso sia importante fare esperienza del mondo, anche solo viaggiando».
I tuoi genitori ti hanno supportata nella tua scelta?
«Sì, mi hanno supportata dall’inizio. Forse solo nella scelta del liceo ho dovuto spingere un po’, perché il coreutico non è un indirizzo molto conosciuto, ero la prima nella mia famiglia a frequentarlo. Poi alla fine hanno ceduto perché l’arte è una passione di famiglia, i miei fratelli sono musicisti».
Come è vivere lontana da casa?
«Sicuramente è complesso, la distanza è tanta e quindi non riesco a vedere la mia famiglia molto spesso. Cerco comunque di tornare quando posso, circa ogni due mesi anche per poco. Ho dovuto cercare di trovare un equilibrio tra la mia vita a Trento e quella in Germania. Anche se ci sono dei momenti difficilissimi non ho rimpianti».
È stato difficile passare da un liceo a una scuola interamente incentrata sulla danza?
«Al coreutico ci allenavamo ogni giorno, ma comunque il cambiamento l’ho sentito. Ora mi alleno dalle 9 alle 16 tutti i giorni. Ho dovuto imparare a prendermi cura del mio corpo e ad ascoltarlo. Tra gli alunni del primo anno ci sono spesso infortuni proprio perché manca questa parte».
Come ti immagini il tuo futuro dopo il diploma?
«Spero di entrare in una compagnia, è il mio grande sogno. Questo è il piano A, ma sono molto aperta a tutto anche a cambiare. Molti dopo aver frequentato la mia scuola fanno anche i ballerini o i coreografi freelancer. Ad Amburgo il freelancing è un tipo di professione più comune della compagnia e ci sono molte possibilità, ma in questo momento sento che non è la mia strada».
Come è stata la maturità da privatista?
«È stata abbastanza difficile perché ho studiato da sola e le materie sono tante. Prima della maturità ho inoltre dovuto sostenere un altro esame solo per essere ammessa. A causa dei tanti impegni mi sono ridotta all’ultimo per studiare, ma mi è piaciuto moltissimo riprendere in mano alcune materie che non facevo da un po’ come fisica e matematica che sono le mie preferite. Per fortuna i miei professori mi hanno aiutata un po’ con il programma, ma alla fine facendolo da privatista la responsabilità ricade su di te».
Ti aspettavi di prendere il massimo dei voti?
«Assolutamente no, anche perché studiando da sola non avevo nessuno con cui confrontarmi per rendermi conto di quanto fossi preparata. Solo negli ultimi giorni ho capito che sarei potuta arrivare al cento».
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