Economia

lunedì 19 Febbraio, 2024

Arriva anche in Trentino la mobilitazione «Salviamo il ceto medio». Aperte le sedi Cida di Trento e Pergine

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Mercoledì 28 febbraio, nelle sedi territoriali e a partire dalle ore 10.00 sarà possibile seguire in streaming gli interventi nazionali e il lancio della petizione

Per sostenere il potere d’acquisto delle pensioni, promuovere una maggiore equità fiscale, incrementare le risorse disponibili a famiglie e imprese, e rafforzare il welfare pubblico, mercoledì 28 febbraio, CIDA la Confederazione dei dirigenti e delle alte professionalità, organizza una giornata di mobilitazione nazionale invitando tutta la cittadinanza, oltre ai propri iscritti, a partecipare all’Open Day dedicato alla firma della petizione “Salviamo il Ceto Medio”. L’evento si terrà presso le sedi territoriali di tutte le Federazioni aderenti, con l’obiettivo di portare all’attenzione dei decisori politici il problema dell’erosione del ceto medio, un fenomeno che sta plasmando in modo pericoloso la struttura sociale del nostro Paese.

Mercoledì 28 febbraio, nelle sedi territoriali e a partire dalle ore 10.00 sarà possibile seguire in streaming sul sito www.cida.it gli interventi del Presidente CIDA, Stefano Cuzzilla, dei Vicepresidenti CIDA Antonello Giannelli (Presidente ANP), Mario Mantovani (Presidente Manageritalia) e Guido Quici (Presidente Federazione Cimo-Fesmed) e di autorevoli rappresentanti del Governo e del Parlamento. L’appuntamento in Trentino Alto Adige è nelle sedi di Trento, Bolzano e Pergine Valsugana.

“La categoria dirigenziale si fa portavoce di tutte le forze produttive e intraprendenti del nostro Paese, che pur essendo essenziali per la generazione del PIL, la creazione di posti di lavoro e il dinamismo dell’economia, sono da troppo tempo trascurate dalla politica. Ci riferiamo a tutti i contribuenti da lavoro o da pensione da 35 mila euro lordi in su che pagano il 63% di tutta l’Irpef e che anche in quest’ultima legge di bilancio vengono penalizzati e demoralizzati – afferma Stefano Cuzzilla, Presidente CIDA –. Vi chiediamo di unirvi a noi firmando la petizione per tutelare non solo la classe media, continuamente vessata da provvedimenti falsamente redistributivi che minacciano seriamente i valori della professionalità e del merito ma anche il Paese. Insieme vogliamo costruire un sistema più equo e giusto, orientato al lavoro, alla crescita, alle imprese, a stipendi più elevati e a pari opportunità. In un’economia alterata e inquinata dall’evasione – conclude Cuzzilla – perdere il ceto medio significherebbe compromettere l’equilibrio di tutto il sistema economico e sociale e ipotecare il nostro futuro. È il momento di agire e difendere insieme la stabilità e la vitalità della classe media, il cuore pulsante della nostra società.”

“Nella nostra regione i divari di reddito sono molto elevati” afferma Sonia Brugnara, Segretaria CIDA Trentino-Alto Adige “e dipendono dal tessuto economico-produttivo, dai livelli occupazionali, dal costo della vita e dal mercato del lavoro. La provincia di Trento e quella di Bolzano viaggiano a velocità differenti: nel 2022 un lavoratore dell’Alto Adige ha guadagnato in media circa 3000 euro in più rispetto ad un lavoratore del Trentino. Occorre porre rimedio non tartassando chi già paga tanto, ma facendo crescere la ricchezza pro capite di tutti. Ecco perché ritengo che firmare questa petizione sia importante anche per la nostra regione”.

La petizione “Salviamo il Ceto medio”, indirizzata alla Presidenza del Consiglio, al Ministro dell’Economia e al Ministro del Lavoro, che in pochi mesi ha quasi raggiunto le 50mila firme, si pone i seguenti obiettivi:

• sostenere il potere d’acquisto delle pensioni: applicare la perequazione per scaglioni in base all’art. 34 comma 1 legge 448/98 e all’art. 69, comma 1, della legge 23 dicembre 2000, n. 388
• dare trasparenza e consentire la reale sostenibilità finanziaria del sistema pensionistico: separare in maniera contabile la previdenza dall’assistenza
• dare maggiori opportunità di crescita retributiva: abolire il divieto di cumulo fra redditi e pensioni di qualsiasi tipo in applicazione dell’art. 19 del decreto-legge 112/2008.
• valorizzare i contributi previdenziali versati dai lavoratori: eliminare i tetti sulle prestazioni pensionistiche anticipate (Legge 92/2012 e art. 24 comma 11 DL 6 dicembre 2011 n.214)
• una maggiore equità fiscale: eliminare il meccanismo di riduzione progressiva delle detrazioni fiscali in relazione al reddito, individuato dall’art.1 comma 629 Legge 27 dicembre 2019, n.160.
• aumentare le risorse disponibili a famiglie e imprese: ridurre la progressività delle aliquote Irpef evitando disparità di trattamento fra le diverse categorie di lavoratori.
• rafforzare il welfare pubblico a sostegno di chi ha effettivamente bisogno: attivare una vera lotta all’evasione fiscale, utilizzando tutti i dati disponibili ed evitando i condoni