Cronaca

venerdì 21 Novembre, 2025

Rapina da 300mila euro nella villa di Gallizioli: il presunto capo della banda resta in carcere

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Nonostante la richiesta di riesame presentata dal suo avvocato, il tribunale conferma la custodia cautelare. Bottino, armi e orologi di lusso ancora introvabili

Il suo avvocato aveva depositato richiesta di riesame al tribunale della Libertà di Trento per scarcerarlo, sollevando istanze anche in merito alla perquisizione che i carabinieri gli avevano fatto a inizio mese, ma dai giudici non ha ottenuto alcuna attenuazione della misura. Rimane così in carcere a Verona Marjan Ndrekaj, uno dei tre cittadini albanesi arrestati su ordinanza il primo novembre, per gli inquirenti la presunta banda che alle prime ore dell’8 ottobre ha messo a segno una rapina nella villa dell’imprenditore del tessile e re dei piumini Eugenio Gallizioli. Un colpo che sarebbe valso ai quattro (c’è infatti un quarto connazionale, cugino di Ndrekaj, che è solo denunciato) un bottino di almeno 300mila euro in contanti, oltre a gioielli e orologi preziosi come Rolex e Omega. Della refurtiva però non c’è traccia, così come della pistola e del coltello con cui il gruppo avrebbe tenuto sotto scacco per quattro ore il 72enne di Trento sorpreso nel sonno attorno alle 2.

Se Klodjan Cesku, residente a Trento come l’ex collega di lavoro Arsild Memaj, non hanno inoltrato richiesta di scarcerazione attraverso il proprio avvocato, lo ha fatto l’avvocato Filippo Castellaneta per Marjan Ndrekaj, 44enne che abita a Cassano delle Murge, Bari, e che è considerato il capo della banda anche per i suoi precedenti specifici, l’unico che avrebbe parlato a Gallizioli durante il colpo. Sia lui che il cugino (indagato in stato di libertà) erano stati rintracciati dai militari mentre erano a Gardaland con la famiglia. Una volta comparso in videocollegamento al giudice Gianmarco Giua, il 44enne, da oltre due settimane in carcere a Verona, ha respinto le accuse, spiegando di non avere nulla a che fare con la rapina all’imprenditore, tanto che si era detto disponibile per il prelievo di campioni biologici da comparare alle tracce isolate dagli specialisti della scientifica nel corso delle indagini.