Cronaca
venerdì 21 Novembre, 2025
Abusi nella Chiesa trentina: quattro nuove segnalazioni in un anno. La Diocesi: «Percorsi lunghi, segnati da paura e vergogna»
di Benedetta Centin
Stasera la veglia in Duomo. Due casi risalgono a 60 anni fa
Vittime di abusi nella Chiesa trentina. Sono quattro le persone che nell’ultimo anno hanno trovato il coraggio di chiedere aiuto, rivolgendosi al Centro di ascolto della Diocesi di Trento. Riferendo anche episodi molto datati.
«Dei quattro accessi negli ultimi 12 mesi, due si riferiscono ad abusi di carattere sessuale da parte di membri di istituti religiosi, risalenti entrambi a circa sessant’anni fa — spiega la Diocesi —. In uno dei casi si è rilevato anche un abuso di potere. Un altro accesso riguarda il disagio avvertito da una giovane da parte di un educatore nel contesto di un’iniziativa parrocchiale. Una segnalazione si riferisce ad abusi sessuali da parte di un sacerdote di un’altra diocesi, accolto temporaneamente in Trentino, morto alcuni decenni fa».
Tutte le segnalazioni, assicura la Diocesi, «sono state prese in carico e sono state valutate le modalità più adeguate per alleviare la sofferenza delle persone coinvolte». Questo, sottolinea la Diocesi, «ricorda ancora una volta quanto sia lungo e complesso il processo che porta alla denuncia di un abuso sessuale: spesso occorrono anni, perché i meccanismi di difesa proteggono dal trauma, mentre paura, colpa, timore di non essere creduti e vergogna spesso trattengono dal confidarsi e dal cercare sostegno. A ciò si aggiunge il timore di essere guardati “con occhi diversi” dai propri cari, perché chi subisce un abuso è prima di tutto una persona, non quanto ha subito».
Preghiera stasera in Duomo
Proprio per ricordare le persone vittime di abusi all’interno della Chiesa, la Diocesi si raccoglierà questa sera in preghiera dalle 20.30 in Duomo, su proposta del Servizio Tutela Minori della Diocesi e con l’arcivescovo Lauro Tisi. Il tema sarà il rispetto, declinato nell’invito a «generare relazioni autentiche», in sintonia con la V Giornata nazionale di preghiera per le vittime e i sopravvissuti agli abusi nella Chiesa.
«La Veglia — spiega don Alessandro Aste, referente del Servizio Tutela Minori — vuole essere un momento di raccoglimento che invita tutta la comunità ecclesiale ad assumere la responsabilità di custodire la dignità e la sicurezza di ciascuno, oltre la sola occasione di una ricorrenza».
In ascolto delle persone ferite
Durante la veglia troverà spazio l’ascolto del vissuto di due persone ferite. «Ricordare — prosegue don Aste — significa ascoltare: l’ascolto delle persone che hanno subito abusi aiuta a comprendere come accompagnarle nel loro cammino di ricostruzione, nella gestione del dolore e nella riconquista della propria storia. Allo stesso tempo, ci orienta nel promuovere ambienti sempre più sicuri, capaci di favorire relazioni sane e rispettose per bambini, bambine, ragazzi e ragazze».
Come sottolinea Chiara Griffini, presidente del Servizio per la tutela di minori e adulti vulnerabili della CEI, il rispetto è la sostanza etica fondamentale delle relazioni ecclesiali, verticali e orizzontali: di fronte all’altro — spiega — siamo chiamati a «toglierci i sandali» e a «chiedere permesso». E quando il limite non è riconosciuto, o viene oltrepassato, si genera una violazione che impoverisce tutti.
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