Istruzione

giovedì 9 Ottobre, 2025

Approvata la legge «anti-smartphone» della Provincia di Trento: non ci sarà, però, il divieto assoluto

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Stralciati gli ordini del giorno su armadietti per la custodia e istituti senza cellulari

Il Consiglio provinciale di Trento ha approvato, con un solo voto contrario, il disegno di legge n. 36 proposto da Vanessa Masè (La Civica), che introduce misure per la prevenzione dei rischi derivanti dall’esposizione dei minori ai dispositivi digitali e di comunicazione elettronica. Il provvedimento modifica la legge provinciale sui giovani del 2007 e quella sulla scuola del 2006, con l’obiettivo di promuovere un uso consapevole e responsabile della tecnologia, in particolare tra i bambini sotto i dodici anni. Sono stati però respinti gli ordini del giorno per rendere la legge più restrittiva, quelli che prevedevano istituti «smartphone free» e armadietti dove riporre i cellulari; via libera, invece  alle iniziative di informazione e formazione.

Il ddl nasce dalla consapevolezza – ha spiegato la promotrice  – che «l’esposizione precoce agli schermi è nociva per lo sviluppo psicofisico dei bambini», ma anche dalla volontà «di non criminalizzare la tecnologia bensì di educare al suo utilizzo». La legge prevede percorsi di formazione per docenti, operatori sanitari e genitori, campagne di informazione sulle conseguenze dell’abuso dei dispositivi e il rafforzamento dei «patti digitali di comunità», accordi locali tra scuole, famiglie e istituzioni per stabilire regole condivise.

Nel dibattito in aula, l’assessora Francesca Gerosa ha invitato a un approccio pragmatico: «È più facile vietare qualcosa a un ragazzo piuttosto che insegnargli una
regola e farla rispettare. L’obiettivo è lo stesso, ma il modo è diverso». Eleonora Angeli (Lista Fugatti) ha definito il ddl «una sfida che riguarda scuola, famiglie e sistema sanitario«, mentre Michele Malfer (PD del Trentino) ha sottolineato che «dire no non basta: serve indicare come e dove andare”.

Diverse voci hanno insistito sul ruolo educativo della famiglia. Stefania Segnana (Lega) ha ricordato che “la scuola non può essere lasciata sola”, Lucia Maestri (PD) ha avvertito che «il convitato di pietra siamo noi adulti», e Paola Demagri (Casa Autonomia) ha richiamato la necessità di «camminare sugli stessi binari» tra scuola e genitori.