Sguardo al 2027
domenica 17 Agosto, 2025
Post-Fugatti, partita già aperta nel centrodestra: le rivendicazioni di civici e Fratelli d’Italia
di Massimo Furlani
In attesa di sviluppi sul fronte terzo mandato, negli ultimi giorni si è acceso il dibattito sul possibile successore del governatore. Bisesti chiede unità, Gottardi e Marchiori «allontanano» Roma, Urzì spinge per Gerosa

I trentini non saranno chiamati a votare prima di almeno due anni, e su qualsiasi discorso grava ancora l’enorme incognita della questione terzo mandato su cui la Corte costituzionale si pronuncerà in autunno. Ma intanto, nei giorni scorsi, all’interno della maggioranza in Provincia si è già aperto il dibattito su chi dovrebbe succedere all’attuale presidente Maurizio Fugatti, nel caso non gli fosse concesso di candidarsi una terza volta (o di una sua decisione di presentarsi alle elezioni nazionali del 2027, con un anno di anticipo rispetto al termine della legislatura in corso).
A sollevare la questione durante l’intervista sul T Quotidiano di martedì 12 agosto è stato il capogruppo della Lega in consiglio provinciale Mirko Bisesti: «Lo scenario in cui Fugatti lascia nel 2027 per candidarsi a Roma non è all’ordine del giorno – ha dichiarato – Se non ci sarà un terzo mandato, il candidato deve essere un nome di partito che abbia già amministrato. Non faccio nomi: dico solo che non si devono commettere errori già visti. Il nome dovrà essere trovato con larghissimo anticipo. Partiti e movimenti dovranno convergere su una figura che sappia amministrare il Trentino come un buon padre di famiglia».
Il giorno successivo, sempre sulle pagine del T, l’assessore Mattia Gottardi è stato il primo ad «alzare la mano» a nome del nuovo polo nato in occasione delle ultime amministrative e presentato un mese fa a Mezzolombardo che unisce Patt, La Civica e la lista dell’assessore Achille Spinelli, una delle più votate alle ultime provinciali: «Se la legge sul terzo mandato è costituzionalmente legittima, il presidente è Fugatti, non c’è nemmeno da discuterne – commenta – In caso contrario, l’ambizione di questa area è quella di rivendicare la centralità a livello di coalizione, quindi ci sentiremmo titolati a presentare una proposta per il candidato presidente. La nostra area rappresenta metà coalizione in termini di numeri. Non saremmo disponibili ad accettare l’opzione di una scelta da parte di Roma, perché a quel punto si dovrebbe rifondare un patto di coalizione».
Immediata la replica di Alessandro Urzì, il coordinatore di Fratelli d’Italia che ha invece parlato della necessità di avvicinare ulteriormente il Trentino a Roma in vista di una «immaginabile» conferma del governo Meloni: «Comprendo l’orgoglio di rivendicare quell’onesto 5% preso alle elezioni comunali a Trento – ha spiegato, riferendosi al risultato ottenuto dal polo con il candidato Andrea Demarchi a maggio – Anche noi siamo stati la forza politica dell’1,2%. Bisogna solo garantire la distribuzione dei pesi per assicurare forza ed equilibrio al Trentino. Vedo tante personalità nell’area civica, ma anche nell’area politica tradizionale». Il nome su cui punta Urzì è quello di Francesca Gerosa, attuale assessora all’istruzione, cultura e pari opportunità: «Noi siamo orgogliosi di lei, che ha mantenuto fermo il suo impegno senza deflettere di un solo grado in tutto il periodo in cui è stato messo in discussione l’accordo elettorale – prosegue il coordinatore di FdI – Nel caso in cui Fugatti decidesse di candidarsi alle nazionali, potremmo avere un presidente di transizione fino alla scadenza naturale della legislatura, oppure si può votare per le Provinciali nello stesso giorno delle Politiche (un’ipotesi che era stata fortemente contestata da Bisesti pochi giorni prima, ndr). Bisogna affermare l’idea di un Trentino più forte, ancorato in modo ancor più forte a Roma».
L’intervento più recente è quello sul giornale di giovedì di un altro assessore provinciale esponente del polo civico, il segretario del Patt Simone Marchiori: «Se non ci sarà Fugatti, il rischio è che ci sia il liberi tutti – osserva – Se parte la corsa individuale alla successione, se fioccano le autocandidature, sarà il caos. Insomma, se prevalgono le aspirazioni dei singoli, intesi come persone ma anche come partiti, se emergono solo le ambizioni, viene meno il ragionamento complessivo. Va fermata questa prospettiva, subito, senza aspettare troppo. Si deve affrontare il tema come coalizione. Dobbiamo individuare una figura che sappia rappresentare tutte le anime della coalizione, che sappia tenere tutti assieme, come ha dimostrato di saper fare Fugatti. Se si parte dicendo siamo noi i più forti non si va da nessuna parte».