Redazionale
martedì 24 Giugno, 2025
Ritratti: il nuovo progetto di Cantina La-Vis
di R. C.
Niente è stato lasciato al caso: dalla varietà alla storia, dal legno alla bottiglia
Ritratti Sauvignon Trentino DOC, se fosse una persona, avrebbe un’anima “eclettica e spensierata”; lo Chardonnay Trentino DOC “romantica e riflessiva”; mentre quella del Pinot Nero Trentino DOC è “elegante e raffinata”. Sono questi tre dei sei “Ritratti” che la cantina La-Vis ha realizzato per i suoi vini nella sua linea omonima rilanciata nel 2025.
Per cogliere a pieno il senso del nuovo progetto Ritratti è necessaria un po’ di storia. La cantina La-Vis sorge nel cuore del Trentino, lungo le rive del torrente Avisio. È una storica cooperativa vitivinicola dedita alla salvaguardia di un patrimonio collettivo, fondata nel 1948 grazie all’unione di 14 viticoltori. Oggi può contare su 400 soci, custodi di circa 400 ettari di vigneti.
La linea “Ritratti” nasce nel 1988 come risultato del Progetto Qualità, un’idea pionieristica che ha rivoluzionato la viticoltura trentina anche attraverso un’opera meticolosa di selezione delle uve, la riduzione delle rese e l’introduzione di tecniche innovative in cantina. “Nel 1988 c’era un contesto molto diverso rispetto a quello attuale. Parlare di qualità in quell’epoca era qualcosa di incredibilmente innovativo”, dichiara Ezio Dallagiacoma, Direttore Tecnico ed enologo di cantina La-Vis. “Oggi sono cambiati in modo radicale il mercato, i competitor e le condizioni climatiche. Tuttavia, alcuni concetti chiave e alcuni valori di quel progetto potevano essere riattualizzati”.
Così, nel 2022, quel progetto che negli anni era andato un po’ a sopirsi, ha trovato le sue nuove fondamenta. “Non si tratta di un semplice cambio estetico, ma di un’evoluzione che rinnova lo spirito del passato per affrontare le sfide attuali. Il cambiamento climatico ci ha spinto infatti a ripensare al lavoro in vigna e noi lo facciamo con nuovi protocolli, trasformando le difficoltà in opportunità”, prosegue Dallagiacoma.
Come si è tradotto in concreto tutto questo? A spiegarlo è sempre il Direttore Tecnico ed enologo della cantina: “Per realizzare il nuovo progetto è stato fondamentale l’ascolto, l’osservazione e la capacità di comprendere la terra. Da qui nascono vini che danno voce al territorio attraverso le mani e il pensiero di chi lo coltiva. Niente è stato lasciato al caso: dalla varietà alla storia, dal legno alla bottiglia”. Sei le varietà di vino, tre bianchi e tre rossi, distribuite esclusivamente nel canale Horeca: Sauvignon Trentino DOC, Chardonnay Trentino DOC, Gewürztraminer Trentino DOC, Pinot Nero Trentino DOC, Cabernet Sauvignon Trentino DOC, Lagrein Trentino DOC.
A caratterizzarli è, oltre a una qualità eccellente, una profonda ricerca delle proprie radici e un forte ancoraggio alla propria terra. “Ogni vino ha la sua tecnica e i suoi tempi di espressione. Abbiamo cercato di ascoltare quello che ci veniva regalato dall’uva, dalle viti, dalle colline, per fare in modo che poi in bottiglia esprimesse la sua forte identità”, spiega Dallagiacoma. “Ogni vino è stato declinato in maniera molto semplice con immagini, colori, piante, fiori e una descrizione come se fosse una persona. Abbiamo descritto il vino secondo la personalità che, secondo noi, ha. Parliamo molto poco delle schede tecniche, anche perché siamo consapevoli che non è il mondo che deve venire da noi, ma che dobbiamo essere noi ad andare nel mondo. Dobbiamo smontare il concetto di autoreferenzialità e aprire un dialogo con tutti, specialmente i giovani. Solo così si potrà tornare a parlare di vino, ad assaggiarlo e a esserne attratti”.
Tutto è stato ricercato fino al minimo dettaglio. Dalla bottiglia, una bordolese per tutti i sei vini, ispirata a quella degli anni ‘80 e con una forma molto distintiva, alle botti in cui i vini possono esprimersi al meglio, per giungere infine all’etichetta. Il connubio tre arte e vino, da sempre legato a Ritratti, si rinnova e attualizza grazie alla collaborazione con un’artista contemporanea, internazionale ma legata al territorio. “Nel progetto del 1988 erano presenti le opere d’arte di Giovanni Segantini. Oggi però, per poter parlare con i giovani, ci siamo resi conto che occorreva un linguaggio contemporaneo. In collaborazione con ADAC (Archivio trentino Documentazione Artisti Contemporanei), grazie a Gabriele Lorenzoni, curatore del Mart di Rovereto, e responsabile della Galleria Civica di Trento, è stata selezionata l’artista, Margherita Paoletti, che ha sposato con entusiasmo l’iniziativa e ha realizzato i sei dipinti ad hoc per le nuove etichette. Le sue opere sono delle silhouette femminili che, all’interno, hanno immagini floreali e naturali”. Queste creazioni traducono in immagini l’intima connessione tra essere umano e natura, trasformando ogni bottiglia in un’autentica opera d’arte.
La consapevolezza è che servono linguaggi nuovi per apprezzare un prodotto che, da secoli, fa parte delle nostre tradizioni e ha un legame indissolubile con la nostra terra. “Serve un’apertura mentale per ascoltare il vino. In futuro ci piacerebbe creare dei legami con la musica, per continuare nel connubio tra l’arte del vino e le emozioni”.
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