incidente mortale
domenica 10 Novembre, 2024
Cima Agosta, scivola sul pendio: muore Angelo Goffi, colonna del Cai
di Tommaso Di Giannantonio
L’alpinista, 71 anni, stava facendo un’escursione nelle Giudicarie
Pochi giorni fa aveva programmato un’uscita con l’associazione italiana sclerosi laterale amiotrofica (Aisla). Con il «suo» Cai è sempre stato in prima linea per una montagna inclusiva. Ieri Angelo Goffi, per tutti Angiolino, di Gavardo (Brescia), si trovava in Trentino per un’escursione con due amici. Stavano scendendo da Cima Agosta, in Val di Breguzzo (Sella Giudicarie), quando è scivolato lungo un pendio erboso. Una caduta fatale: l’uomo, di 71 anni, ha sbattuto la testa su un masso ed è morto sul colpo. «Grazie Angiolino per tutto quello che hai fatto per noi», questo il messaggio dell’Aisla di Brescia.
L’allarme è stato lanciato dai due compagni di escursione, attorno alle 14.15. I tre stavano scendendo dalla cima verso malga D’Arnò, sul versante sud della montagna. Si trovavano a una quota di 2.200 metri quando il settantunenne è precipitato lungo il ripido pendio, fino a finire in un canalone di roccia, una cinquantina di metri più a valle.
Una volta lanciato l’allarme, è stato subito messo in moto l’elicottero. Sul posto sono arrivati il tecnico di elisoccorso del Soccorso alpino del Trentino e l’equipe sanitaria. Il medico, però, non ha potuto fare altro che constatare il decesso. La salma, poi, è stata trasportata in elicottero alla camera mortuaria di Pieve di Bono, con il supporto di un operatore della stazione Valle del Chiese del Soccorso alpino.
Fisioterapista in pensione, Goffi era una colonna del Cai di Gavardo, di cui era stato alla guida. Ora ricopriva la carica di vicepresidente. Nel 2019, insieme agli altri compagni del Cai di Gavardo, aveva ricevuto la medaglia d’oro al premio «Pietro Bulloni» per la «straordinaria disponibilità verso le persone svantaggiate». Una disponibilità culminata nel progetto «Il sentiero di Cinzia», nato nel 2013 quando proprio Goffi ricevette la richiesta di aiuto di una sua paziente (Cinzia appunto) che aveva perso l’uso delle gambe, ma che voleva continuare a percorrere i sentieri di montagna. Così il Cai gavardese decise di coronare il suo sogno attraverso la joelette, una carrozzina di invenzione francese che consente alla persona trasportata da due volontari di superare le pendenze e le asperità del terreno. «Grazie a lui e ai volontari del Cai Gavardo, la comunità di Aisla Brescia era riuscita, un anno fa, a raggiungere la vetta del Guglielmo — ricorda su Facebook l’Aisla — Quest’anno, a causa del mal tempo, non abbiamo rivissuto le stesse emozioni ma siamo felici di aver passato con te e il tuo gruppo una bella giornata in compagnia. Pochi giorni fa ci avevi comunicato la data per la prossima salita al Guglielmo.
Noi ci saremo e tu sarai lì con noi e nei nostri cuori. Grazie Angiolino».
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