Il caso
giovedì 9 Marzo, 2023
La denuncia di una madre: «L’hotel in Primiero voleva spostarci in una sala appartata perché mio figlio è disabile»
di Redazione
Il racconto di una coppia con un figlio affetto dalla sindrome di Norrie e della disavventura in un albergo del Trentino

Cecilia Bonaccorsi, 67 anni, romana, farmacista in pensione e iscritta all’associazione “Con i miei occhi”, ha un figlio che si chiama Tommaso, ha 24 anni ed è affetto dalla sindrome di Norrie. Lei e il marito Remo Pimpinelli dicono che il ragazzo «è un disabile grave ma noi l’abbiamo portato in tutto il mondo e nessuno ci ha mai riservato un simile trattamento». La famiglia Pimpinelli frequenta San Martino di Castrozza in Trentino da 19 anni, perché a Tommaso piace la montagna. Quest’anno nel loro albergo di fiducia era tutto esaurito. E allora loro hanno affittato all’hotel Cobricon Beauty & Relax. Ma la vacanza è terminata dopo soli tre giorni. Il motivo lo raccontano oggi a la Repubblica: «Alcuni ospiti si sono lamentati di suo figlio a cena, vi va se vi sistemo in una saletta un po’ in disparte?».
«Volevano sistemarci in una sala isolata, con i vetri oscurati da un mosaico. Di fronte a una richiesta del genere abbiamo deciso di andarcene, ma voglio anche far sapere cos’è successo. Ci metto la faccia perché nessuno subisca più un’umiliazione così», dice Bonaccorsi. «Mi sono rivolta a questa struttura a 4 stelle. E come faccio sempre, ho mandato loro una mail specificando che mio figlio è un non vedente affetto da grave disabilità. Lo faccio proprio perché non amo le sorprese», spiega l’ex farmacista. Dopo l’ingresso nella junior suite in mezza pensione, i primi problemi: «Lunedì sera Tommaso si è seduto sul divanetto accanto a me, aveva il bavaglino al collo, ogni tanto lo aiutavo imboccandolo. Nulla di strano, per noi».
Poi la richiesta: «La mattina successiva l’albergatrice mi ha preso in disparte. Mi ha detto che una famiglia la sera precedente si era lamentata per la presenza di Tommaso. Anzi, ha detto proprio così: per la presenza di un disabile a tavola. Quindi ci ha proposto una saletta lontana, solo per noi. Ero talmente scossa che sono riuscita solo ad abbozzare».
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