domenica 10 Marzo, 2024
di Redazione
Non tarda ad arrivare la risposta ucraina alle parole del Papa che chiedeva al popolo ucraino di lavorare per una negoziazione. Parole che sono state interpretate come una richiesta di resa. «Quando si parla di bandiera bianca – scrive su X il ministro degli Esteri dell’Ucraina, Dmytro Kuleba – conosciamo questa strategia del Vaticano dalla prima metà del XX secolo. Invito a evitare di ripetere gli errori del passato e a sostenere l’Ucraina e il suo popolo nella giusta lotta per la propria vita. La nostra bandiera è gialla e blu. Questa è la bandiera con la quale viviamo, moriamo e prevaliamo. Non alzeremo mai altre bandiere». «Il più forte – continua Kuleba – è colui che, nella battaglia tra il bene e il male, si schiera dalla parte del bene anziché tentare di metterli sullo stesso piano chiamandole negoziazioni. Ringrazio sua Santità Papa Francesco per le sue costanti preghiere per la pace, e continuiamo a sperare che dopo due anni di guerra devastante nel cuore dell’Europa, il Pontefice trovi l’opportunità di compiere una visita apostolica in Ucraina per sostenere oltre un milione di ucraini Cattolici, oltre cinque milioni di greco-cattolici, tutti cristiani e tutti ucraini».
Nel frattempo la guerra continua e dal fronte, nella zona ucraina di Zaporizhzhia, arrivano sempre più notizie di un uso continuo di munizioni velenose che gli ucraini imputano all’esercito russo. Lo ha affermato l’ufficiale ucraino Dmytro Lykhoviy, portavoce del gruppo operativo e strategico delle truppe Tavria, durante un intervento alla tv statale, come riporta Unian. Secondo l’ufficiale, nell’ultima settimana i soldati russi hanno sganciato circa 50 volte dai droni granate con gas lacrimogeno soffocante simile alla cloropicrina. «Solo ieri sono state lanciate 15 munizioni di questo tipo – ha aggiunto Lykhoviv -, quasi tutte nel settore di Zaporizhzhia. Quando il nemico non riesce a prendere le nostre trincee con l’artiglieria classica o con l’attacco dei droni, usa questi gas soffocanti».
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