La questione

martedì 23 Aprile, 2024

Trento, la polizia locale: «Gli autovelox non sono omologati»

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Commissario e comandante sono sicuri: «Non ci saranno ricorsi. Noi abbiamo sempre seguito tutte le procedure previste, tariamo annualmente la strumentazione e la controlliamo periodicamente»

Il comandante della polizia locale di Trento, Alberto Adami, se fosse un previsore meteorologico, non prevederebbe una pioggia di ricorsi legati alle multe per eccesso di velocità misurate con autovelox a Trento, ma ammette: «Anche la nostra strumentazione non è omologata, semplicemente approvata dal Ministero dei trasporti», nonostante questo dubita che la sentenza della Cassazione porterà ad una corsa ai ricorsi.

La sentenza
La questione è stata sollevata da una recente sentenza della Corte di Cassazione. Giovedì scorso in un pronunciamento, l’organo più alto in grado della giustizia italiana ha annullato una multa per eccesso di velocità emessa nei confronti di un avvocato di Treviso. L’uomo era stato multato per aver superato di 7 chilometri orari il limite di velocità sulla tangenziale della città. La Cassazione ha annullato la multa perché l’autovelox che aveva rilevato la velocità della macchina era stato approvato, ma non omologato come richiesto dal codice della strada. La differenza tra omologazione e approvazione è da anni al centro di un dibattito che coinvolge la giurisprudenza, secondo cui i termini indicano due procedure differenti, e il ministero dei Trasporti, che al contrario sostiene che indichino la stessa procedura. Questo perché la formulazione del Regolamento d’attuazione del codice della strada è poco chiara e non consente di distinguere agevolmente la distinzione tra le due procedure, che vengono quindi intese in maniere diverse a seconda delle necessità. In breve, l’omologazione richiederebbe che l’autovelox venisse testato in laboratorio per accertare la presenza di alcune caratteristiche fondamentali previste dal Regolamento attuativo, mentre la procedura di autorizzazione riguarda solo la verifica di elementi che non sono esplicitamente indicati nel Regolamento.

La situazione a Trento
«La questione si è già riproposta varie volte negli anni, non vedo grandi novità – commenta Adami – Ammetto che anche la nostra attrezzatura, i nostri autovelox installati sulle strade del Comune di Trento, non sono omologati, ma solo approvati». Ma, spiega Adami, solo perché questa è sempre stata la prassi. «Al momento l’omologazione non esiste. Su questo il Ministero dei trasporti è stato chiaro esprimendosi in favore della parificazione tra approvazione e omologazione con una circolare del 2020». Un’approvazione che a Trento è sempre stata scrupolosa sottolinea Adami «noi abbiamo sempre seguito tutte le procedure previste, tariamo annualmente la strumentazione e la controlliamo periodicamente». Letta la sentenza quindi, Adami non si aspetta una pioggia di ricorsi a Trento. «La sentenza della Cassazione si applica al caso concreto non è estensiva automaticamente a tutti i casi di sanzione per eccesso di velocità che coinvolgono un autovelox». A Trento in passato alcune sanzioni sono state impugnate «con le motivazioni più disparate, ed è sempre stata verificata la corretta disposizione della sanzione amministrativa, che quindi è stata considerata valida». Il passato quindi, secondo Adami, è blindato. Il futuro però, proprio alla luce del pronunciamento della Cassazione, potrebbe portare novità significative: come l’obbligo di omologare i dispositivi. «Siamo in una fase di osservazione – aggiunge Adami – Aspettiamo che sia il Ministero dei trasporti a pronunciarsi, se ci fossero nuovi dispositivi valuteremo come muoverci».