Sanità
lunedì 24 Novembre, 2025
Trentino, screening ampliato e cure integrate: oggi il 90% delle donne sopravvive al tumore al seno
di Redazione
Oggi lo screening è rivolto alle donne dai 49 ai 74 anni, un tassello dell’obiettivo più ampio di estendere progressivamente la fascia di età coinvolta
Salvare la vita delle donne e migliorarla in ogni fase della malattia: è l’obiettivo che il Trentino rivendica nella lotta al tumore al seno, forte di un dato significativo. Oggi il 90% delle donne diagnosticate sopravvive a cinque anni, un risultato frutto di un sistema che punta su prevenzione, percorsi integrati e ricerca clinica.
Lo ha sottolineato l’assessore alla salute Mario Tonina aprendo a Trento i lavori di “Bre(ast)ennero – Autostrada di conoscenza senza limiti di velocità”, congresso dedicato alla collaborazione tra le Breast Unit lungo l’asse dell’A22 e sostenuto da numerose realtà mediche e associative del territorio.
Tonina: “Una rete senza limiti di conoscenza”
«Questo congresso è davvero un’autostrada di conoscenza – ha detto Tonina – un luogo in cui mettere in rete le Breast Unit e favorire un flusso continuo di competenze cliniche, organizzative e scientifiche».
L’assessore ha ricordato come il tumore della mammella resti la neoplasia più frequente tra le donne e una delle sfide più complesse per i sistemi sanitari. Ma i progressi registrati in Trentino negli ultimi anni testimoniano «la forza della ricerca e del lavoro multidisciplinare».
Prevenzione: screening ampliato fino ai 74 anni
Tra gli interventi strutturali più recenti, Tonina ha richiamato l’ampliamento dello screening mammografico alle donne dai 49 ai 74 anni, un tassello dell’obiettivo più ampio di estendere progressivamente la fascia di età coinvolta.
«È un investimento concreto sulla salute pubblica – ha rimarcato – perché diagnosi più tempestive significano cure più efficaci e meno invasive».
Il valore della multidisciplinarità
Il cuore del modello trentino resta l’approccio multiprofessionale. Oncologi, radiologi, chirurghi, radioterapisti, anatomopatologi, psicologi e infermieri lavorano ogni giorno in modo coordinato per garantire percorsi omogenei e personalizzati.
È grazie a questa sinergia, ha spiegato l’assessore, che oggi si raggiunge l’importante traguardo del 90% di sopravvivenza a cinque anni. «Non puntiamo solo a prolungare la vita, ma a migliorarla in ogni sua fase», ha aggiunto.
Accanto al sistema sanitario, Tonina ha riconosciuto l’apporto fondamentale delle associazioni attive sul territorio, che assicurano informazione, sostegno psicologico, accompagnamento e un ponte con la quotidianità delle pazienti.
Il congresso: due giorni di confronto tra esperti
Bre(ast)ennero prosegue fino a domani con l’obiettivo di rafforzare la rete interregionale, migliorare qualità delle cure, accessibilità e innovazione.
La prima giornata, ospitata all’Itas Forum, è stata introdotta dalle responsabili scientifiche Laura Cortesi (Università di Modena e Reggio Emilia), Antonella Ferro (Rete clinica senologica APSS Trento) ed Elena Fiorio (Oncologia senologica di Verona).
Oltre a Tonina, sono intervenuti Mattia Barbareschi, dirigente APSS in rappresentanza del direttore generale Antonio Ferro, e Michele Sommavilla, direttore medico dell’ospedale Santa Chiara, sede della Breast Unit trentina.
La sessione inaugurale ha fatto il punto sul percorso diagnostico-terapeutico delle pazienti, mettendo a confronto le diverse Breast Unit. Domani sono in programma le tavole rotonde su assistenza, riabilitazione, sostegno durante e dopo la cura, e una sessione dedicata agli scenari della pratica clinica e agli algoritmi decisionali.
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