l'intervista
mercoledì 3 Dicembre, 2025
Stefano Marchetti, l’ex gialloblù ora direttore sportivo del Cittadella: «Affrontare il Trento sarà dura. Ci sono elementi validi»
di Stefano Frigo
Il dirigente torna nel capoluogo trentino dove vivono la moglie e le figlie: «Per me è casa»
Da vent’anni lui e il Cittadella sono una cosa sola. Era il primo luglio 2005 quando Stefano Marchetti venne nominato direttore sportivo dei granata, poi il suo ruolo è diventato quello di direttore generale ma sempre e comunque nello stesso club. E le proposte, anche dalla massima serie, non sono di certo mancate. Di questi 20 campionati ben 16 (gli ultimi 9 consecutivi) hanno visto i veneti protagonisti in B dove hanno raggiunto per due volte la finale playoff, prima contro il Verona nel 2019, e poi con il Venezia nel 2021. Marchetti è legato a doppio filo alla città di Trento non solo per aver indossato la maglia gialloblù nel passato: la moglie e le due figlie infatti vivono nel capoluogo e non appena gli impegni glielo permettono il dg torna in quella che considera a tutti gli effetti «casa».
Direttore, quello in programma venerdì sera allo stadio Briamasco sarà il primo incontro ufficiale tra il suo Cittadella e gli aquilotti. Come si sta avvicinando alla partita?
«Diciamo che rivedere la mia famiglia sarà molto più semplice e veloce. A parte le battute sono certo sarà un match impegnativo che ci vedrà affrontare una squadra che conosco bene. Il Trento mi piace molto, ha un’identità precisa che il tecnico Luca Tabbiani è riuscito a trasmettere, gioca un calcio moderno e propositivo con diversi elementi di assoluto valore. Colgo l’occasione per fare i complimenti per quanto stanno facendo al presidente Mauro Giacca, al direttore sportivo Moreno Zocchi e appunto al mister. Però voglio aggiungere una cosa…».
Prego…
«Noi abbiamo giocato lunedì sera nell’ultimo turno ospitando il Brescia e dovremo nuovamente tornare in campo la sera venerdì. Il tutto dopo la sfida di Lecco di una decina di giorni andata in scena sempre alle 20.30. Al di là del minore tempo che avremo a disposizione per recuperare visto che il Trento ha giocato domenica pomeriggio alle 14.30, mi sembra assurdo che per tre volte di seguito ci siano stati imposti determinati orari mentre ad altri mai. Chi si occupa di tutto questo dovrebbe ricordarsi che ha a che fare con dei professionisti e non con dei dilettanti. Con tutto il rispetto per i dilettanti».
Veniamo alla sua squadra. Dopo una partenza shock con sei punti conquistati nei primi otto turni ecco che sono arrivate sette vittorie di seguito e il pareggio di due giorni fa con il Brescia. Attualmente occupate il quarto posto in classifica.
«Un po’ di rammarico per come è andata la sfida con le rondinelle indubbiamente c’è. Abbiamo subito la rete dell’1-1 in pieno recupero dopo un secondo tempo giocato davvero a buoni livelli. Comunque accettiamo il verdetto del campo e guardiamo avanti. Retrocedere dalla serie B ha portato in dote una marea di problemi che non è stato affatto semplice risolvere, poi l’avvio della stagione ha reso tutto ancora più complicato. Cambiare inerzia non era scontato ma direi che ci siamo riusciti».
Dopo il vostro primo mese e mezzo di campionato il 99 percento delle società avrebbe cambiato allenatore. Voi invece avete sempre dimostrato la massima fiducia in Manuel Iori e ora i risultati vi stanno dando ragione.
«È un modus operandi che personalmente ho sempre avuto. In 20 anni penso di aver esonerato un solo tecnico, da questo punto di vista ci discostiamo molto dalla mentalità italiana. Credo che meriti e demeriti vadano sempre equamente suddivisi tra tutte le componenti di una squadra, tendo a proteggere il lavoro di chi scelgo a maggior ragione quando mi rendo conto che c’è serietà e voglia di mettersi sempre in discussione».
La conferma del grande equilibrio che la fa da padrone in questo campionato arriva indirettamente anche dal vostro percorso. Le sette vittorie consecutive infatti sono state quasi sempre caratterizzate da uno scarto minimo.
«Questo è l’ ulteriore step che dovremo cercare di compiere ora. Sono fermamente convinto che il Cittadella ha ancora grossi margini di crescita a patto di volerlo, il massimo potenziale al momento non si è visto. Essere capaci di chiudere le partite con anticipo è importante e soprattutto ci renderebbe più credibili in ottica promozione».
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