Il caso

lunedì 22 Aprile, 2024

Rovereto, il Mart e il caso dei Baldessari «falsi». Cossali: «Serve chiarezza»

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L’assessora: «Vicenda che ci danneggia»
Alcune delle opere in esposizione al Civico

Per l’assessora Micol Cossali bisogna fare chiarezza e mettere un punto decisivo sulla vicenda della mostra «Baldessari Futurista» su cui pende l’accusa di Giancarlo Capelletti che, nell’edizione di venerdì de Il Fatto Quotidiano ha indicato 23 delle opere esposte dal Museo Civico e curate da Maurizio Scudiero grazie anche al supporto del Mart come false. In prima battuta il Civico per voce del presidente Giovanni Laezza aveva annunciato un comunicato ufficiale per fare chiarezza. Sabato, però, dopo lunghe ore di dibattito interno anche su consiglio degli avvocati di parte il Museo si è trincerato nel silenzio. Il dibattito in città però si è molto animato e sono in molti a volerci vedere chiaro e a sapere effettivamente se la mostra permette la conoscenza e l’apprezzamento di opere originali e autentiche o se questa ha un’alta presenza di falsi, così come sostenuto da Capelletti.
Una presa di posizione la prende l’attuale assessora alla cultura Micol Cossali che chiede venga fatta la massima chiarezza possibile perché il dubbio alimenta pregiudizi e può solo andare a ledere la reputazione del Museo, di chi ha organizzato e curato la mostra e, infine, della città della Quercia che, da anni punta in modo significativo, anche grazie alla presenza del Mart e dei suoi musei, il Civico e della Guerra, sul turismo culturale. «La Fondazione Museo Civico ha sempre proposto iniziative curate con grande attenzione – commenta il giorno dopo Cossali, assessora alla cultura del Comune di Rovereto – e immagino che la collaborazione con il Mart fosse anche nell’ottica di avere alle spalle un’organizzazione museale artistica la cui competenza è riconosciuta. Spiace che ci siano dei dubbi e le vicende del presidente Sgarbi non hanno aiutato perché è arrivata una rilevanza e un clamore che non sarebbero forse stati tali sulla base di un semplice dichiarato. In ogni caso – continua Cossali -, oggi (ieri ndr), all’indomani di questa notizia, è importante che ci sia chiarezza e trasparenza, perché quando parliamo di reputazione, questa si costruisce con fatica e lasciare il dubbio sarebbe poco proficuo. Non bisogna accontentarsi di una percezione». La risposta la dovrà dare il perito di Milano incaricato di valutare l’autenticità o meno delle opere. Per poterlo fare, venerdì i carabinieri del Nucleo tutela di Venezia hanno fotografato minuziosamente tutte le opere così da permettere all’esperto di dare adeguato responso.