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lunedì 24 Novembre, 2025

Regionali, il centrosinistra rialza la testa ma in Veneto Stefani vola oltre il 60% grazie all’eredità di Zaia

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Dopo Marche e Calabria, il centrodestra si conferma anche in Veneto con Alberto Stefani, mentre il campo largo porta all'elezione di Roberto Fico in Campania e Antonio Decaro in Puglia

Finisce 3-3 la partita delle regionali d’autunno. Dopo Marche e Calabria, il centrodestra si conferma anche in Veneto con Alberto Stefani, mentre il campo largo porta all’elezione di Roberto Fico in Campania e Antonio Decaro in Puglia, dopo quella di Eugenio Giani in Toscana. Il centrosinistra coglie il segnale che un’alternativa a Giorgia Meloni e il suo governo esiste e sta crescendo in Italia. Da destra, invece, rintuzzano la narrazione della «spallata». La premier, da Johannesburg, dove si trova per il vertice Ue-Unione africana, twitta le congratulazioni a Stefani: «A lui vanno i miei complimenti e i migliori auguri per le sfide che lo attendono». Meno enfasi e meno parole, invece, per gli altri due vincitori.

Di tutt’altro tono è, invece, il commento di Elly Schlein, che parla dal comitato elettorale di Fico. «Il messaggio di questa sera è molto chiaro: l’alternativa c’è ed è competitiva. Il riscatto parte dal Sud e ci porterà a vincere insieme. L’aria s’adda cagnà», dice la segretaria del Pd, citando Pino Daniele. Sul palco c’è anche Giuseppe Conte, leader del M5S di cui Fico è storico esponente: «Abbiamo vinto ascoltando i bisogni delle persone, delle famiglie in difficoltà, dei lavoratori, delle imprese. Ha perso chi di fronte alle difficoltà degli italiani saltella e oggi cade rovinosamente», scrive sui social. Oltre a Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli di Avs, ma nel campo largo c’è anche Casa Riformista creata da Matteo Renzi, che esulta: «Sono mesi che ci ripetono un ritornello stanco: Giorgia Meloni non ha rivali, è invincibile, non ha alternative. I risultati di Campania e Puglia, dopo la Toscana, dicono invece che l’alternativa c’è».

D’ora in poi non sono previste altre tappe elettorali intermedie fino alle prossime elezioni politiche del 2027, dunque ci sarà tutto il tempo, per gli schieramenti, per prepararsi adeguatamente alla sfida. Da oggi, invece, c’è da governare i territori. Stefani, che in Veneto scavalla il 60%, parte già da una base solida dopo gli anni di Luca Zaia (che sarà in Consiglio regionale), a cui dedica le prime parole da governatore. «Abbiamo proposto un programma coraggioso, che parte dai grandi risultati della sua amministrazione». Giovanni Manildo, il candidato del centrosinistra, arriva comunque attorno al 30% dopo anni in cui i numeri erano ben al di sotto. Il leader leghista Matteo Salvini esulta per il risultato del Carroccio che si attesta attorno al 35% e quasi doppia Fratelli d’Italia.

Spostando l’obiettivo verso Sud, in Puglia, per settimane si è discusso del dualismo tra Decaro (che arriva al 65%) e quello che ormai è il suo predecessore, Michele Emiliano. Partita chiusa, per entrambi: «Sento il peso della responsabilità del risultato, oggi festeggerò ma da domani sarò al lavoro per meritare la fiducia di chi mi ha votato», dice il neo presidente.

Anche in Campania si è fatto un gran parlare del passaggio di testimone tra Vincenzo De Luca e Fico, ma alla fine tutto è andato liscio, con l’ex presidente della Camera che certamente non raggiunge i picchi del predecessore ma comunque supera il 60% dei consensi. Anche grazie all’ex sindaco di Salerno. Acqua passata, perché Fico promette di mettersi al lavoro, anche sul livello nazionale: «Dalla Campania parte un messaggio forte: non vogliamo l’autonomia differenziata».

A destra, più di un interrogativo attende Edmondo Cirielli e i suoi, visto che il viceministro degli Esteri si aspettava un risultato diverso dal 34-35% ottenuto.