Il report
domenica 16 Novembre, 2025
Qualità della vita, il Trentino scivola al sesto posto: dove arretra (e dove migliora)
di Redazione
La classifica di ItaliaOggi e Ital Communications. Bolzano svetta in seconda posizione
Milano si conferma al primo posto fra le 107 province italiane per qualità della vita, seguita da Bolzano e Bologna secondo la ventisettesima edizione dell’indagine realizzata da ItaliaOggi e Ital Communications, in collaborazione con l’Università Sapienza di Roma. Trento perde una posizione e si piazza al sesto posto, subito dopo Firenze e Monza.
In generale, la classifica della qualità della vita 2025 restituisce un’Italia peggiorata di poco rispetto allo scorso anno, ma meno polarizzata. Milano, appunto, si conferma in cima (anche se è ultima per reati e sicurezza), mentre Bolzano, Trento, Padova e Verona consolidano la forza del Nordest. Rispetto al 2024, la media della classifica generale è scesa di 30 punti. La classifica di Italia Oggi è stilata sulla base di 92 indicatori, suddivisi in nove macro-categorie: Affari e Lavoro, Ambiente, Istruzione, Popolazione, Reati e Sicurezza, Reddito e Ricchezza, Salute, Sicurezza sociale e Turismo e Cultura. Alla provincia con il posizionamento migliore vengono assegnati mille punti, mentre zero a quella peggiore.
Vediamo l’andamento della provincia di Trento nelle nove macro-categorie, nel confronto rispetto al 2024: nell’Ambiente guadagna 6 posizioni (14esimo posto); nell’Istruzione crolla di 14 posizioni (16esimo posto); nel Lavoro e Affari sale di 2 posizioni (quinto posto); nella Popolazione resta al secondo posto; nel Reddito e Ricchezza guadagna 6 posizioni (12esimo posto); nella Salute ne perde 27 (61esimo posto); nella Sicurezza sociale scende di 3 posizioni (47esimo posto); in Reati e Sicurezza scala la classifica di 40 posizioni (21esimo posto); infine nel Turismo guadagna una posizione (13esimo posto).
Allargando lo sguardo, il Nord e il Centro restano ai vertici, il Mezzogiorno riduce le cadute più profonde, ma non accorcia davvero la distanza. Alcune province del Sud, come Cagliari e Lecce, mostrano segni di resilienza che un tempo sembravano impossibili. Non si tratta di un ribaltamento, ma di un riequilibrio: il quadro che emerge dalla classifica generale è quello di un’Italia con una qualità della vita compressa verso il centro della classifica. Nelle grandi città il ritmo di crescita si è rallentato. Sono invece le realtà intermedie – Lucca, Prato, Rimini, Treviso – a muovere la classifica, segnando la vitalità diffusa di un tessuto urbano medio che si fa più competitivo.