mercoledì 1 Febbraio, 2023

Nuovo ospedale ai Masi di Cavalese: due ricorsi al Tar contro la Provincia

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Italia nostra e l‘Agritur Al Molin contro la delibera con cui la giunta ha deciso il pubblico interesse. «Un accordo concluso in forma occulta, senza garantire trasparenza e partecipazione nelle scelte pubbliche»

Sul progetto della Mak costruzioni avvallato dalla Giunta provinciale per realizzare il futuro ospedale di Cavalese in località Masi pende una spada di Damocle. Venerdì l’associazione Italia nostra (che tutela il patrimonio storico, artistico e naturale) e la famiglia Facchinelli (proprietaria dell’Agritur Al Molin a Masi di Cavalese) hanno presentato due ricorsi contro la società di costruzioni di Lavis e la Provincia. La richiesta? Annullare la delibera (ritenuta «illegittima») con cui il 28 novembre la Giunta provinciale ha dichiarato il pubblico interesse per la costruzione del nuovo ospedale ai Masi (invece della demolizione e ricostruzione dell’attuale struttura) e valutato positivamente la fattibilità tecnico-economica della proposta di partenariato pubblico-privato (Ppp) avanzata dal raggruppamento temporaneo di imprese capeggiato dalla Mak. «Un accordo concluso in forma occulta – così lo definisce Italia nostra – al di fuori delle procedure istituite per garantire trasparenza e partecipazione nelle scelte riguardanti la cosa pubblica». E ancora: «La realizzazione di un ospedale in una parte del fondovalle ancora agricola violerebbe tutte le linee guida paesaggistiche che dovrebbero orientare la pianificazione locale, con un danno al patrimonio paesaggistico in un contesto dove il paesaggio ha un ruolo essenziale nell’attrattività turistica su cui si poggia gran parte dell’economia locale».
«Si tratta di due ricorsi fotocopia – ci spiega l’avvocato Andrea Lorenzi – basati sugli stessi vizi e sostenuti dalle stesse motivazioni. Ciò che cambia è solo l’interesse sostanziale, che nel caso del privato riguarda il rischio che gli vengano espropriati i terreni». Parliamo di tre appezzamenti per un totale di seimila metri quadrati di proprietà dell’azienda agricola e di altri ottomila metri quadrati di proprietà della Magnifica Comunità di Fiemme, ma coltivati dall’azienda familiare. Terreni su cui la Mak costruzioni ha messo gli occhi da tempo contattando direttamente l’azienda. Ma che la famiglia Facchinelli non ha nessuna intenzione di cedere.
Cinque le motivazioni su cui si basano i due ricorsi. Primo: all’epoca della presentazione della proposta da parte della Mak (arrivata il 17 marzo 2021) c’era il divieto di fare ricorso al Ppp per tutte quelle iniziative (come la realizzazione di un nuovo ospedale) già comprese nella programmazione provinciale (la norma è stata poi modificata un mese dopo). La ristrutturazione dell’ospedale – evidenzia il ricorso – non solo era già in cantiere, ma nel 2019 la stessa Giunta aveva nominato lo studio Morosini-Ravegnani vincitore del concorso di progettazione per la ricostruzione in più fasi dell’ospedale.
Secondo: l’opera è prevista su terreni inedificabili, perché vincolati dal piano urbanistico provinciale (Pup) in quanto «aree agricole di pregio» (le cosiddette «invarianti urbanistiche») sottoposte a tutela ambientale. Non solo: una parte del progetto della Mak interferisce anche con aree di protezione fluviale. La zona è infatti a rischio idrogeologico trovandosi alla confluenza tra il Rio Lagorai e l’Avisio.
Terzo: secondo il Pup «la previsione di nuovi servizi e attrezzature di livello provinciale è subordinata alla loro preventiva localizzazione di massima da parte della Giunta, sentita la comunità e i Comuni interessati». «Ebbene – scrive l’avvocato Lorenzi – non vi è stata da parte della Provincia alcuna preventiva localizzazione del nuovo ospedale. Per contro è stato sufficiente che un operatore privato buttasse lì una proposta localizzativa mai neppure adombrata in alcuno studio o in alcun atto urbanistico provinciale (ma nemmeno da parte della Comunità) per ottenere un atto di assenso che va a snaturare e mortificare il Pup». Le Comunità potrebbero in via eccezionale ridurre le aree agricole di pregio, ma solo dopo aver valutato: la possibilità di utilizzare altre zone; il grado di utilizzo delle aree già destinate a insediamento; il rapporto tra aree destinate all’agricoltura e all’insediamento. Non solo: il piano regolatore di Cavalese contiene ancora una notevole disponibilità di superfici destinabili all’insediamento. Peraltro, il Comune presenta uno dei rapporti più critici in Trentino tra superficie urbanizzata e terreno libero. Valutazioni che la Giunta ha invece deciso di ignorare e che portano l’avvocato Lorenzi a parlare di «supina approvazione del progetto presentato dalla Mak».
Quarto: il progetto ai Masi è in palese contrasto con l’obiettivo di riduzione del consumo di suolo (il Trentino detiene il record peggiore di tutto l’arco alpino) previsto dalla legge urbanistica provinciale del 2015. Anche perché la realizzazione dell’ospedale nel fondo valle si porta con sé: una nuova rotatoria per favorire la viabilità di accesso all’ospedale in deviazione dalla provinciale 240, due bretelle di collegamento, la deviazione della pista ciclabile, l’ampliamento del tratto di strada ora utilizzato come pista ciclabile e una nuova viabilità di accesso a Maso Cias.
Quinto: per giustificare il nuovo progetto la Giunta afferma che «la ristrutturazione dell’attuale ospedale comporta l’evidente difficoltà di effettuare i lavori necessari mantenendo nel mentre l’attività sanitaria necessaria per la popolazione». «La circostanza non risponde semplicemente al vero», si replica nel ricorso, visto che evitare interruzioni dell’attività sanitaria era uno degli obiettivi richiesti dal bando vinto nel 2019 dallo studio Morosini-Ravegnani.