l'inchiesta

mercoledì 9 Novembre, 2022

‘Ndrangheta, affari a Roma: «Panifici e pescherie per impadronirsi della città». Sequestri per 100 milioni

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Bar, ristoranti, panifici sparsi in tutta Roma, alcuni venivano usati per i summit del clan capeggiato da Antonio Carzo e Vincenzo Alvaro

Una vasta operazione della Direzione investigativa antimafia (Dia) s’è sviluppata alle prime luci dell’alba a Roma e provincia, nel Lazio e nelle province di Cosenza e Agrigento, per dare esecuzione a misure cautelari nei confronti di 26 persone indiziate di far parte di un’associazione per delinquere di stampo mafioso costituente una locale della ‘Ndrangheta radicata sul territorio della Capitale, finalizzata ad acquisire la gestione o il controllo di attività economiche in diversi settori facendo ricorso poi a intestazioni fittizie per schermare la reale titolarità delle attività.

Numerosi i settori commerciali coinvolti, da quello ittico, alla panificazione, dall’ambito delle pasticcerie al ritiro delle pelli e degli olii esausti. L’organizzazione di matrice ‘ndranghetista si riproporrebbe, alla stregua di quanto ricostruito dalle indagini, in termini di gravità indiziaria, anche il fine di commettere delitti contro il patrimonio e l’incolumità individuale, affermando il controllo egemonico delle attività economiche sul territorio.

Il gruppo criminale aveva lo scopo di acquisire, con minacce e violenza, la gestione delle attivita commerciali del settore ittico e della panificazionne, coprendone la riconducibilità delle proprietà a intestazione fittizie. Inoltre, con la forza intimidatoria garantivano anche le fortune imprenditoriali delle aziende acquisite. Nell’ambito dell’operazione che ha
portato oggi all’arresto di 26 persone accusate di fare parte di una «locale» ‘ Ndrangheta che operava da anni nella Capitale sono stati sequestrati 100 milioni di euro e poste sotto sequestro 25 società. Gli indagati sono accusati, a seconda delle posizioni, di associazione mafiosa, sequestro di persona e fittizia intestazione di beni.

I nomi dei locali
Fino al 2018 risultano controllati da Vincenzo Alvaro:
1- Gran caffè Cellini e tabaccheria, piazza Capecelatro n 15/18
2- Bar clementi, via Gallia
3- Ristorante all’Angoletto, via Norcia 69. Usato da Alvaro Vincenzo per i summit
4- panificazione I templari Srl: qui Sebastiano Sorgonà si sostituiva a Vincenzo Alvaro nella gestione occulta
5- Ru.pa 2020 via nocera umbra 96 dove aveva sede anche il ristorante Binario 96 gestito tramite la “station food Srl” di fatto riconducibile a Vincenzo Alvaro
6- Pastallauovo via Pasquale Alecce 31/37
7- Prontomar Roma srl via Nomentana 233
8- Bar Pedone, via Ponzio Comito
9- Ristorante a Fonte Nuova, via Paombarese 235
10- Briciole e delizie (pane etc) via Eurialo 7/a;7/b e via Camilla 11/13
11- Bar Tintoretto, via del Tintoretto 118/120
12- Bar Alla 49, via Selinunte 65/71