la storia
mercoledì 27 Novembre, 2024
di Sara Alouani
Se gli angeli custodi avessero un nome, in questa storia tutta trentina si chiamerebbero Giorgia Martinelli e Fabiano Cibien. Sono loro i due infermieri dell’Unità operativa di neonatologia dell’ospedale Santa Chiara che nel primo pomeriggio di ieri hanno salvato la vita a una neonata venuta al mondo precipitosamente mentre i genitori tentavano di raggiungere il pronto soccorso di Trento. «È stata una serie di coincidenze e di eventi che ha fatto la differenza» ha commentato a mente fredda Fabiano che ha risposto al telefono del reparto di neonatologia insieme alla collega (e anche compagna) Giorgia. La coppia, sul lavoro ma anche nella vita privata, stava percorrendo in auto la strada statale della Fricca diretti all’ospedale dove avrebbero dovuto iniziare il turno di lavoro. «Improvvisamente, all’altezza di San Rocco di Villazzano – racconta Giorgia – abbiamo visto un’auto ferma nella piazzola con le portiere spalancate e mi era parso di vedere una donna accasciata nel bagagliaio». Una situazione molto strana che ha allarmato subito i due professionisti, i quali hanno deciso di accostare per offrire il proprio aiuto. «È in quel momento, scesi dall’auto, – prosegue – che ho notato la neonata, evidentemente in difficoltà, in braccio alla madre». La piccola era infatti «pallida e non stava respirando» precisa Fabiano che aggiunge: «C’erano tutti i segnali che ci dicevano che la bimba andava aiutata il più velocemente possibile». Una frazione di secondi, il tempo di presentarsi ai neogenitori e Fabiano e Giorgia hanno proceduto con le manovre di rianimazione senza guanti, senza attrezzatura, spinti non solo dalla passione per il loro lavoro ma da un’infinita e innata umanità. Pochi minuti, finché la piccola non è scoppiata in un pianto. Quello stesso pianto che dice «Ora va tutto bene» e che ha permesso a tutti di tirare un grande sospiro di sollievo fino all’arrivo del 118.
Verrebbe da chiedersi cosa sarebbe successo se quel concatenarsi di strani eventi non avesse permesso ai due infermieri di essere proprio lì, al posto giusto nel momento giusto. «Per fortuna non lo dobbiamo scoprire – glissa Giorgia-. Ora la bimba è qui con noi». Un pensiero va anche ai due neogenitori dei quali non sappiamo ancora i nomi perché nella frenesia e nell’urgenza del momento «non siamo nemmeno riusciti a conoscerli» spiega Giorgia. «Ma va detto – aggiunge Fabiano – che anche grazie alla loro lucidità nell’allertare prontamente i soccorsi tutto è andato per il meglio».
Una storia, quella di ieri, il cui significato non si ferma all’immenso lavoro dei due infermieri e dei colleghi sanitari che ogni giorno, in occasioni più o meno urgenti, si mettono a disposizione degli altri. «Il messaggio più importante per noi – conclude Fabiano – è quello del buonsenso e dell’umanità come motore principe a prescindere che si tratti di un medico o di una persona che esercita un’altra professione. Il gesto di fermarsi e chiedere se c’è bisogno di aiuto è sempre una buona prassi per tutti».