POLITICA
martedì 10 Gennaio, 2023
Meloni «europeista» non rinuncia al pressing su Pnrr e nodo migranti
di Redazione
Incontro a palazzo Chigi
Colloquio di un’ora con von der Leyen in vista del summit straordinario Ue fra un mese: la premier ribadisce l’impegno italiano ma porta avanti la richiesta di revisione degli aiuti. Ribadito il pieno sostegno all’Ucraina

Attuazione del Pnrr, gestione dei flussi migratori, ripresa economica. E poi i dossier su energia e guerra in Ucraina. A un mese esatto dal Consiglio Europeo straordinario Giorgia Meloni e Ursula von der Leyen sono tornate a vedersi. Stavolta a fare gli onori di casa è stata la premier che , ha accolto nel cortile interno di palazzo Chigi la presidente della Commissione Ue – a Roma per la presentazione del libro che raccoglie i discorsi pronunciati da David Sassoli da presidente dell’Europarlamento – per un faccia a faccia che segue quello del 3 novembre scorso, a Bruxelles.
Il colloquio di oltre un’ora, cui ha preso parte anche il ministro alle Politiche europee con deleghe a Pnrr e politiche di coesione Raffele Fitto, ha rappresentato «un’ottima occasione – secondo la nota diffusa da Palazzo Chigi – per uno scambio di vedute in preparazione del Consiglio Europeo straordinario del 9-10 febbraio dedicato in particolare all’economia e alla migrazione». Nel corso dell’incontro è stata anche condivisa la condanna per gli atti violenti in Brasile e la solidarietà alle istituzioni del Paese. Inoltre è stata espressa soddisfazione per la firma, prevista oggi a Bruxelles, della Dichiarazione congiunta Ue-Nato. In tema di ripresa economica, poi, «è stato riaffermato l’impegno del governo italiano sul Pnrr». Impegno che ha portato l’Italia a raggiungere i 55 obiettivi previsti dal Piano per il secondo semestre 2022 e a inviare a Bruxelles la richiesta di pagamento della terza rata. L’erogazione dei 19 miliardi di euro avverrà nei prossimi mesi al termine dell’iter di valutazione previsto dalle procedure europee. Nel frattempo l’Italia proverà a portare avanti la sua richiesta di revisione del Pnrr confrontandosi con la Commissione. Secondo il governo, infatti, il Piano è stato scritto in un’altra epoca storica, quando non c’era la guerra in Ucraina e l’esplosione dell’inflazione. Perciò va rivisto, anche alla luce dell’innalzamento del costo delle materie prime e del livello di attuazione dei programmi di coesione. Il ragionamento è che serva un adattamento del Pnrr non per mettere in discussione il sistema ma per renderlo più efficace, per non sprecare le risorse.
Oltre al Pnrr, l’Italia vorrebbe rivedere anche la gestione dei flussi migratori a livello continentale. Dopo aver approvato in Cdm il decreto sulle Ong, infatti, l’obiettivo della Meloni resta quello di convincere Bruxelles a un maggiore impegno sugli aspetti esterni del fenomeno. Attraverso Twitter, anche von der Leyen ha elencato i temi dell’incontro confermando che a Chigi si è «discusso dell’implementazione del Pnrr in Italia», di come «fare progressi sul Patto per la migrazione», ma anche di come «continuare a sostenere l’Ucraina, garantire un’energia sicura e accessibile, aumentare la competitività dell’industria europea». Un punto, quest’ultimo, che per l’Italia si traduce essenzialmente nella necessità di rispondere alla duplice sfida della Cina e degli Stati Uniti, magari attraverso una riforma degli aiuti di Stato e soprattutto su un fondo sovrano europeo per consentire di ridurre i divari interni.
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