i numeri

venerdì 1 Settembre, 2023

Materne, meno iscritti e meno stranieri. Cresce invece l’orario prolungato

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Sollevato il problema denatalità, fra 30 anni assisteremo a un calo di mille alunni

È proprio vero che la scuola è lo specchio della società. Questa volta sono i dati sulle iscrizioni alle scuole dell’infanzia — pubblicati ieri dalla Provincia — a offrire uno spaccato. Da un lato emerge la crescente esigenza di conciliazione famiglia-lavoro: per il 66% dei bambini è stato chiesto il prolungamento dell’orario. Dall’altro lato si conferma il trend di riduzione degli iscritti: sono 223 in meno rispetto all’anno scorso. E le proiezioni demografiche mostrano una flessione ancora più marcata: fra 30 anni potrebbero essere mille in meno gli iscritti.
Più ore extra
Il nuovo anno scolastico — il primo con l’apertura a luglio già inglobata — prenderà il via lunedì prossimo. Gli iscritti sono 12.479, di cui 7.550 nelle scuole equiparate e 4.929 in quelle provinciali. In totale sono state attivate 639 sezioni: poco meno di 20 bambini per classe in media.
Continuano ad aumentare le domande per il prolungamento dell’orario. Le famiglie possono chiedere una, due o tre ore extra rispetto all’orario normale di 7 ore. La tariffa media annuale si attesta a 250 euro. Quest’anno il 66% degli iscritti — 8.243 su 12.479 — usufruirà di questo servizio. Lo scorso anno era stato chiesto per il 61% degli alunni. Nell’anno scolastico 2019/2020 per il 56,4%. Insomma, sempre più famiglie avvertono la necessità del «prolungato» per conciliare la vita lavorativa con la cura dei figli.
Le proiezioni demografiche
Altrettanto evidente è il calo degli iscritti, strettamente legato al trend di diminuzione delle nascite. Lunedì si recheranno a scuola 223 bambini in meno rispetto all’anno scorso: una flessione pari all’1,79%. Estendendo l’orizzonte temporale, rispetto all’anno scolastico 2014-2015 si contano 3.663 iscritti in meno: una riduzione del 22,69%.
Guardando avanti, si può provare a tracciare una stima, che, seppur approssimativa, ci aiuta a capire in quale direzione stiamo andando. Oggi gli iscritti rappresentano il 68,5% dei bambini che rientrano nella fascia 3-6 anni. Se applichiamo questa stessa percentuale alla stessa fascia anagrafica ipotizzata dall’Istituto provinciale di statistica (Ispat) per il 2033 potrebbero esserci circa 370 iscritti in meno. Nel 2043 circa 700 in meno, nel 2053 circa mille in meno.
Meno stranieri
I dati fotografano anche un calo degli iscritti di origine straniera: in totale sono 1.661, pari al 13,31% del totale. Rispetto all’anno scorso sono 121 in meno. Spiccano i Paesi dell’Est Europa: 355 bambini dalla Romania e 236 dall’Albania. Rilevante anche la presenza di bambini provenienti dal continente africano: 411 iscritti, di cui 247 da Paesi del Maghreb. A seguire i bambini provenienti dall’Asia: sono 328.
Nodo personale
Rimane infine il nodo del personale. Su 2.067 insegnanti, di cui 854 alle scuole provinciali, «al momento non sono stati assegnati 150 incarichi — spiega Livio Degasperi, responsabile del Servizio attività educative per l’infanzia — Auspichiamo di assegnarli entro l’inizio delle attività tramite le graduatorie e le messe a disposizione».