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sabato 17 Maggio, 2025
Lotta alla tubercolosi, il «Time» premia il trentino Guglielmetti: «È una malattia delle disuguaglianze, delle fasce più marginali delle società»
di Redazione
Nato e cresciuto a Trento e laureato in Medicina all’Università di Verona, lavora con Medici Senza Frontiere. È stato inserito nell'elenco delle 100 persone più influenti del settore salute

Lorenzo Guglielmetti, 42 anni, nato e cresciuto a Trento e laureato in Medicina all’Università di Verona, è stato inserito nell’elenco delle 100 persone più influenti del settore salute secondo la rivista ‘Time’. Il riconoscimento è stato per lo studio sulla tubercolosi resistente ai farmaci (rifampicina), pubblicato quest’anno sul New England Journal of Medicine. Alla base del suo lavoro la lunga esperienza nei paesi poveri come direttore del progetto EndTb, con Medici senza Frontiere. Nelle prossime settimane tornerà in Italia, dove da giugno comincerà una nuova parentesi lavorativa, all’Irccs ospedale Sacro Cuore Don Calabria di Negrar.
«Le malattie infettive mi hanno sempre ispirato – ha spiegato Guglielmetti ad Adnkronos Salute- È molto soddisfacente trattarle, perché si riesce a vedere un risultato, si riesce a curare. Di solito con i pazienti si ottiene un risultato in fretta. Queste sono proprio le malattie delle disuguaglianze, delle fasce più marginali delle società, le grandi malattie neglette che hanno un impatto globale». Sebbene sia personale, il riconoscimento del Time, «è un riconoscimento al lavoro che è stato fatto in questo progetto nato quasi 15 anni fa, portato avanti con diversi partner da 3 Ong: Msf, Partners In Health (Pih), e Interactive Research and Development (Ird) – ha proseguito Guglielmetti – Un lavoro di ricerca ma anche molto di advocacy per cercare di migliorare il trattamento della tubercolosi resistente attraverso questi nuovi farmaci, creando nuove combinazioni di molecole in un ambito in cui c’è pochissimo interesse da parte delle case farmaceutiche e pochissimo finanziamento».
Nello studio pubblicato che è valso il riconoscimento, spiega il ricercatore «abbiamo proprio identificato tre nuove associazioni di farmaci – combinazioni di 4 o 5 farmaci, alcuni nuovi, altri più vecchi – che con un trattamento di 9 mesi permettono di avere degli ottimi risultati nel trattare la tubercolosi resistente alla rifampicina» e quindi aiutare le 410.000 persone colpite ogni anno da questo ceppo. E’ un trattamento «molto più corto» rispetto a quello storico di 18-24 mesi, e «funziona almeno altrettanto bene, sono tutti farmaci orali, non ci sono iniezioni». La Tbc, ha concluso Guglielmetti «è l’agente che causa più morti ogni anno, una media di 1,3 milioni e più di 10 milioni di casi. È un problema di sanità pubblica enorme, la pandemia più antica, e siamo lontanissimi dall’averla sconfitta»